Raramente capiterà di entrare in un ristorante dove le portate sono composte da poesie servite à la carte secondo il gusto del momento e dove i camerieri servono come intermezzo a tutti i commensali poesie accompagnate da un contorno in musica. Grazie al “Menù della poesia”, progetto di Marco Bonadei, tutto questo è ora possibile.
Scambio dei sensi
Teatro, letteratura e arte culinaria si incontrano in un felice scambio di sensi: la poesia presta le sue eterne parole alla voce esperta dell’attore, mentre il cibo insaporisce il tutto. Il menù è molto vario: si passa dai classici della letteratura europea, come Gabriele D’Annunzio, Jacques Prevert, Dante Alighieri, Pablo Neruda e Federico Garcia Lorca, alla poesia dialettale italiana, come Dino Campana, Trilussa e Giuseppe Giochino Belli, senza tralasciare poesie più leggere e sperimentali, come quelle di Charles Bukowski, Fosco Maraini e Stefano Benni; e per i più audaci ci sono anche portate più piccanti…
Lasciarsi prendere per la gola
Proprio come al ristorante gli attori, vestiti da eleganti camerieri, passano tra i tavoli, pronti a soddisfare le tue richieste. Il silenzio che precede l’arrivo della portata è un momento di sospensione poetico, che esplode poi con le parole dei grandi poeti nell’intimità di un tavolo in un foyer e con il privilegio dell’esclusività del momento.
Saziare il corpo e la mente
Raramente capita di uscire da teatro (o dal ristorante) con la mente e il corpo ristorati e sazi, come in questa occasione. Il “Menù della poesia” è capace di coniugare nutrimenti di natura diversa ma egualmente importanti per l’uomo che non può vivere di solo pane.