Lirica
MESSA DA REQUIEM

REQUIEM MEDITATIVO

REQUIEM MEDITATIVO
Parma, Cattedrale, “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi REQUIEM MEDITATIVO La Messa da Requiem di Verdi, definita “un’opera lirica mancata” per il grande risalto dato ai solisti e ai sentimenti individuali e una trattazione teatrale delle masse inusuale in un contesto liturgico, si presta a letture ed esecuzioni diverse. In occasione del Festival Verdi, la Messa da Requiem è stata eseguita nella scenografica Cattedrale di Parma e la maestosa cornice religiosa ha forse in parte influenzato la chiave interpretativa, favorendo una riflessione profonda sulla vita e sulla morte. Fin dalle prime battute lievi e sussurrate del “Requiem aeternam”, dalle sonorità eteree e impalpabili, si coglie che la direzione di Lorin Maazel (chiamato all’ultimo a sostituire Termirkanov) predilige sottolineare aspetti introspettivi piuttosto che drammatici, pervasi di un autentico misticismo che infonde nello spettatore laico reverenziale soggezione. Il “Dies Irae” è l’unico momento propriamente drammatico e l’attacco martellante e veloce tutto travolge senza mai perdere in controllo. Le imponenti architetture affrescate delle navate e della cupola amplificano la forza tellurica della pittura musicale, ribadendo l’infallibile giudizio divino e la finitudine dell’uomo. L’incipit del “Tuba mirum”, con le trombe fuori campo suonate dall’alto del matroneo, è un momento di rara suggestione che rende il mistero della morte molto vicino. Tutta l’esecuzione è una meditazione liturgica che lascia poco spazio all’affermazione dell’uomo e il “Rex tremendae maiestatis” desta ammirazione per la solenne e tirannica grandezza, una ieraticità che ritroveremo anche nel lento ’”Agnus Dei”. Atto di fede trascendente il “Libera me, domine” che si spegne in un sussurro, dopo il doloroso lamento di una sommessa e sofferta preghiera. La lettura di Maazel è carica di solennità rituale e sembra non lasciare nulla al caso, né nei momenti lirici né tantomeno in quelli più impetuosi, dove il grande mestiere si rivela nella cura dello strumentale. Coro e orchestra costituiscono la struttura portante su cui s’innestano le voci soliste, qui depurate di edonismo vocale di melodrammatica memoria a favore di un canto intriso di maggiore devozione e umiltà. Lo scontro dialettico umano-divino è più sfumato e l’uomo sembra distante dai tumulti delle passioni terrene, immerso in un’atmosfera di raccoglimento spirituale che evidenzia l’accettazione del limite. Svetla Vassileva è apparsa un po’ affaticata, ma l’interprete intensa e naturalmente drammatica supplisce qualche problema d’intonazione con una emozionante e tutta umana preghiera. Con intelligenza risolve i punti più impervi e spegne con un sussurro in pianissimo il ” Libera me”. Daniela Barcellona, dalla voce solida e timbrata capace di raggiungere ogni angolo della Cattedrale, ha offerto un’esecuzione musicale esemplare; a parere nostro i momenti migliori dal punto di vista emozionale sono stati l’incipit del “Lacrymosa” e un “Lux Aeterna” sentito e doloroso. Francesco Meli conquista per la voce naturale e sicura dal timbro luminoso e varietà di armonici. Con eccellente musicalità Meli consegue il difficile equilibrio tra la componente religiosa e più melodrammatica del Requiem, prestando squillo tenorile ai momenti in crescendo e supplicante dolcezza ai cantabili. Il giovane basso Alexander Vinogradov ha voce profonda e possente nella migliore tradizione russa, ma è ancora acerbo da un punto di vista interpretativo e, nonostante l’interessante medium, non trasmette tutto il pathos verdiano. Ottima per precisione e compattezza l’Orchestra del Regio, puntuali gli interventi degli strumenti solisti nel sostegno e commento alle voci. Di alto livello tecnico e interpretativo il Coro preparato da Martino Faggiani, particolarmente affiatato ed ispirato (stupendo il coro femminile del “Sanctus”, angelico e leggero). Dopo qualche secondo di commosso silenzio il pubblico numeroso è scoppiato in una trionfale e meritata ovazione. Visto a Parma, Cattedrale, il 3 ottobre 2009 Ilaria Bellini
Visto il 03-10-2009
al Regio di Parma (PR)