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MISANTROPO

Giulio Scarpati a suo agio nei panni del Misantropo

Misantropo
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Giulio Scarpati e Valeria Scarpati, protagonisti del Misantropo, danno prova di un intenso affiatamento artistico, che funziona bene e non delude. Non è, del resto, la prima volta che i due si trovano a recitare in coppia.

È terminato domenica 31 marzo il lungo tour che ha visto Giulio Scarpati e Valeria Solarino calcare i palcoscenici di molte città italiane per rendere omaggio ad uno dei commediografi più rappresentati al mondo. Misantropo è stata, difatti, una delle nuove proposte della stagione teatrale 2019, prodotta dalla Compagnia Gli Ipocriti, per la regia di Nora Venturini.

Scarpati-Solarino: una coppia collaudata

I protagonisti sul palco, a vestire i panni della bella e civettuola Celimene lei, e dell’incontentabile Alceste lui, danno prova di un intenso affiatamento artistico, che funziona bene e non delude. Non è, del resto, la prima volta che i due si trovano a recitare in coppia. Già ai tempi di Una giornata particolare, interpretando i ruoli che furono di Sophia Loren e Marcello Mastroianni, i due si erano mostrati in grado d’emozionare un pubblico che pure aveva in mente il film di Ettore Scola. Anche in questo caso, giocando coi toni più lievi e, a tratti, marcatamente comici di Molière, è emersa una capacità di tenere insieme, conferendo loro una loro particolare armonia, la parte leggera e la parte più sostanziosa dell’opera.


La giusta dose di comicità e senso tragico

Potrebbe sembrare un paradosso, e, forse lo è, riuscire a mantenere sempre compresenti tonalità anche tra loro nettamente distinte, come quelle del comico da un lato e del senso più esistenzialmente tragico, dall’altro. Il rischio di fronte alle commedie di Molière, si sa, è quello di concentrarsi sull’aspetto ilare, puntando a strappare quante più risate possibile, senza curarsi del profondo senso umano che permea in realtà i suoi testi teatrali.

La sfida di questo spettacolo si configura come una tensione tra queste due esigenze sceniche; entrambe importanti, e per questo non sacrificabili. La chiusa, in particolare: solenne, eppure dolorosamente e miseramente umana, ci toglie ogni dubbio sull’esito, riuscito, della scommessa.

Visto il 31-03-2019
al Manzoni di Monza (MB)