Prosa
MISERABILI - IO E MARGARET THATCHER

Miserabili

Miserabili
“Questa di Miserabili è una ballata, una ballata sul tempo che è denaro e sul denaro che non è tempo.”
Marco Paolini in questa ballata ci ricorda che abbiamo uno stile di vita che dovrebbe essere l'armoniosa unione di politica ed economia. Da quando la politica in Italia è morta di vecchiaia, da quando è rimasto solo un simulacro laido, putrefatto e stantio, da quando l'economia ha preso il sopravvento ingurgitando l'intera società, il nostro stile di vita è saltato in aria concedendo soltanto a pochi frammenti di restare in noi. Abbiamo lasciato che l'economia scegliesse per noi la rotta, la nave, la velocità, stuprando il nostro tempo, unico detentore della nostra concretezza di essere umano, della nostra libertà. Per i Miserabili non c'è scelta. Obbligati a rientrare nel meccanismo orgiastico della società contemporanea la quale, nonostante sia stata in grado di raggiungere in tempi memorabili il fallimento sotto ogni punto di vista, continua andare a velocità forsennata contro l'inevitabile naufragio. Oggi quella stessa borghesia che è stata capace di spezzare le gambe all'economia mondiale applaudiva compiaciuta ad ogni battuta di Paolini. L'intero teatro Argentina, ossia quella fetta della società romana che di romano ha ben poco, che risiede nei pressi del centro storico: l'Élite romana, rideva e applaudiva alle coltellate tirate con dolcezza ma con estrema determinazione dal comico veneto proprio verso quella Élite. Eppure Paolini ce l'ha messa proprio tutta per cercare di far capire le sue denuncie, non per trasmetterle come notizia buttata là per far sorridere, ma per cercare di segnare alcune piccole tracce per farci ritrovare, grosso modo, la stella polare nel vuoto infinito di una interminabile notte oceanica. Tabula rasa. Ma non perdiamoci d'animo, la nostra speranza dovrà sopravvivere a noi stessi.
Visto il 02-12-2009
al Comunale (Sala Grande) di Bolzano (BZ)