Qualcuno dovrà pure, una volta o l'altra, proporre un'opera omnia discografica del Rossini autore di musiche sacre: un catalogo abbastanza limitato, però con vette di assoluto valore. E' un pensiero che inevitabilmente sorge all'ascolto da casa delle due interessanti composizioni giovanili – il Miserere e la Messa di Milano - proposte dal Rossini Opera Festival in sessione autunnale.
Esecuzioni a cura di Ferdinando Sulla, e naturalmente in teatro a porte chiuse; però trasmesse ed ancora disponibili in streaming gratuito sul sito web www.rossinioperafestival.it, sul canale YouTube, sulla piattaforma Fidelio.
Un Rossini pochissimo conosciuto
Non sono composizioni del tutto sconosciute: la Messa “di Milano” - l'epiteto viene dal luogo dove è conservato il manoscritto, il Fondo Noseda del Conservatorio meneghino - venne incisa dalla Philips nel 1994 sotto la direzione di Neville Marriner, insieme alla Petite messe solennelle in versione orchestrale.
Pressoché ignoto, se non agli addetti ai lavori, è invece il Miserere, anch'esso presente nello stesso fondo; entrambi i pezzi risalgono al periodo più giovanile del Pesarese, che dopo la Messa di Gloria (1820) ed il Tantum Ergo (1824) non scriverà più musica sacra sino allo Stabat Mater (1832/1841). Mettendo a frutto gli insegnamenti ricevuti dai suoi maestri Malerbi e Mattei, in essi alterna passi contrappuntistici e severi fugati, reverente rispetto di regole e canoni accademici con qualche inevitabile ingenuità: ma parliamo di un autore men che ventenne, diamine.
La Messa per quattro voci, coro maschile e orchestra vide la luce nel 1808 a Ravenna, a Santa Maria in Porto, su commissione del contrabbassista Agostino Triossi. Nella forma di missa brevis, include solo Gloria, Kyrie e Credo, passi disseminati di piccole arie di bravura. Il Miserere per due tenori, basso, coro maschile e orchestra non si sa quando e dove fosse eseguito: viene ricordato da Rossini in una lettera a Ricordi del febbraio 1848: «Io composi è vero nella mia prima gioventù un Misererino a tre voci senza accompagnamento in Venezia; feci dono del autografo al mio amico Conte Grimani, uno dei tre esecutori». Dunque, stavolta ci troveremmo a fine 1810 o nel 1812, periodi in cui lo sappiamo presente in Laguna con le sue prime farse.
Musica d'opera e musica sacra, generi allora contigui
Sono composizioni legate al gusto dell'epoca, che ancora vede nell'opera il suo centro focale; e che ama quindi la vivacità strumentale, il canto ornato e le melodie accattivanti. Ma Rossini non ignora né dimentica – vedi l'Asperges me del Miserere - l'immortale eredità di Palestrina e Marcello. Musiche comunque mai eseguite – incredibile a dirsi – prima d'oggi al ROF di Pesaro.
L'esecuzione, come detto, è affidata alla bacchetta di Ferdinando Sulla - allievo di Fabio Luisi e revisore della Messa per la futura edizione critica Ricordi - alla guida della Filarmonica Gioacchino Rossini: concertazione accurata, consapevole, elastica nei tempi, variata nelle dinamiche. Ed attenta al tessuto strumentale, che raggiunge talora punte di virtuosismo, vedi i ghirigori del violino concertante nel Qui tollis della Messa, che anticipa la cavatina “Dolci d'amor parole” del Tancredi.
Tre le voci maschili, tutte competenti nel peculiare stile rossiniano, il che fa ben sperare per il futuro: il tenore pugliese Manuel Amati, lo spagnolo Antonio Garés, il basso russo Grigory Shkarupa; unica voce femminile, che si aggiunge nella Messa, quella vellutata e vibrante del contralto bulgaro Svetlina Stoyanova, altra personalità assai promettente. Un plauso ben meritato va al Coro del Teatro della Fortuna di Fano, preparato con buona cura da Mirca Rosciani.