Qualcuno ha scritto che i classici sono tali perché hanno sempre da dirci qualcosa, anche dopo secoli. Questo non vale soltanto per le grandi tragedie, dalla Grecia antica all'Ottocento passando per Shakespeare: così è anche per le commedie. Un buon esempio è “Miseria e nobiltà”, scritta da Eduardo Scarpetta nel 1888 e ancora di grande attualità. Battute come “Il sangue ce l'ha succhiato chi governa” e “Siamo ridotti così, a mangiarci l'un l'altro” sembrano le stesse considerazioni che escono dalla bocca di molte persone anche il tempi odierni. Segno dell'arguzia di Scarpetta, ma anche del non cambiare della situazione italiana nei secoli...
Nella vicenda rappresentata si percepisce l'eterna contrapposizione tra la miseria e la nobiltà, in particolare tra il desiderio e la speranza di chi vive in povertà a diventare ricco e, nello stesso tempo, la falsità, le contraddizioni e la finzione che spesso si possono trovare nel mondo dei ricchi. Sul palcoscenico questo è particolarmente efficace grazie alle scenografie: nel primo atto, la miseria, il teatro è “nudo”, tanto che si vedono i muri perimetrali e ci sono solo un tavolo e qualche sedia di poco valore; nel secondo atto, la nobiltà, i fondali dipinti fanno pensare a una ricchezza priva di buon gusto e a un benessere solo di facciata, più da mostrare che reale. Dunque si è particolarmente apprezzato la scelta registica della “scena aperta” nel primo atto che mostra il backstage del Feronia come parte integrante dell'ambiente di scena che dà perfettamente l'idea dello stato di povertà nel quale i personaggi vivono.
Con grande maestria il regista Geppy Gleijeses e gli attori tutti hanno rappresentato la commedia tenendo conto della tradizione napoletana (dai costumi al linguaggio, dai gesti agli ambienti), dando la sensazione che si stavano svolgendo davanti ai nostri occhi momenti di vita vera. Due ore di battute esilaranti, gags, doppi sensi: mai un momento di noia, tenendo sempre alta l'attenzione degli spettatori che hanno gremito il Feronia fino all'ultimo posto e tributato agli attori lunghi e calorosi applausi sia durante lo spettacolo che alla fine, soprattutto al regista-protagonista, al divertentissimo Lello Arena e alla bella e brava Marianella Bargilli. Prossimamente in cartellone un testo contemporaneo che ha vinto moltissimi premi, “Italianesi”, scritto, diretto e interpretato da Saverio La Ruina; lo spettacolo è in doppio turno: domenica 3 marzo alle 21 in abbonamento e lunedì 4 marzo alle 11 per le scuole.
LIVIA EUGENI terzo liceo scientifico (continua il progetto con cui gli studenti delle scuole superiori recensiscono gli spettacoli in abbonamento al Feronia)
Prosa
MISERIA E NOBILTà
DESIDERI E SPERANZE
Visto il
al
Verga
di Catania
(CT)