Miseria e nobiltà è, tra le commedie di Scarpetta, senz’altro una delle più note e di maggior successo (anche grazie alla brillante versione cinematografica con Totò) ma di certo non tutte le compagnie riescono a portarne in scena una realizzazione efficace.
Non delude ma, anzi, fa ridere di gusto, la rappresentazione di questa compagnia, per la regia di Armando Pugliese e che vanta la collaborazione di Francesco Paolantoni e Nando Paone, nonché tanti altri validissimi attori, che interpreta fedelmente il desiderio di affrontare situazioni comuni e talvolta piuttosto “critiche” senza nessun intento di serietà, ma con grande brio e leggerezza, facendo ricorso ad intrecci, coincidenze ed equivoci che rendano il tutto ancor più paradossale e vivace.
Felice Sciosciammocca, l’amico Pasquale con la rispettiva moglie Concetta e la figlia Pupella, sono tutti personaggi che ridono della loro miseria e di certo – come recita la frase di chiusura – non vogliono farci pietà. Forse l’unica a mostrare un po’ di risentimento e sentimenti meno nobili è la compagna di Felice, Luisella. Ma ogni problema si risolve facilmente e lo spettatore di questo è consapevole fin dal principio: è divertente solo vedere, attraverso quali peripezie assurde si arriverà alla soluzione.
Gli attori sono tutti perfetti ed azzeccati per i rispettivi personaggi, il ritmo è sempre acceso e la scena dominata dal movimento. Solo l’inizio del secondo atto, forse, con la meno coinvolgente famiglia della bella ballerina Gemma – che qui tanto bella non è e neanche troppo simpatica, nonostante un’ambigua interpretazione che tenta di far ridere – è un po’ più lento e non ottiene risposta dal pubblico, ma il lavoro nell’insieme è davvero ben riuscito e piacevole.
Roma, Teatro Sala Umberto, 21 Dicembre 2008
Visto il
al
Cilea
di Napoli
(NA)