Matelica (MC), teatro Piermarini, “Miss Universo” di Walter Fontana
IL TOPO E LA PANTERA
Laura, anzi Laurina, è una donna non giovanissima, brutta, insicura, ipocondriaca e soprattutto sola affettivamente (“io ho sempre saputo di avere un che di troppo, un che di non risolto”). Laura, anzi Laurina, aspetta di essere visitata dal dermatologo per un herpes (reale o ipotetico?) che dalla cavità orale sarebbe risalito fino ai lobi frontali per intaccare la calotta cranica, “affrescata come una Cappella Sistina di herpes”. Laura, anzi Laurina, adora il regista Tavernier, considerandolo la “pietra del paragone” per decidere se uscire con gli sparuti uomini della sua vita. Laura, anzi Laurina, è sfiduciata (“io non sono fatta per le emozioni umane”), dipende dal parere degli altri e si sente un misero topo, invece della pantera che vorrebbe essere, una donna tenera e disadattata che “esprime se stessa quando si lamenta di continuo” e che crede che “un'altra vita si può”.
Nell'attesa del dottore, si interroga sul suo presente e sui rapporti con gli altri, impostati in modo sbagliato, come “umano contro fornitore, come con l'idraulico”. Rievoca il passato, con la figura di una nonna che l'ha convinta di essere brutta. Si sdoppia in un alter ego aggressivo, una presenza che è la personificazione delle sue nevrosi.
Angela Finocchiaro passa così da un ruolo all'altro, da Laurina al dermatologo, dall'idraulico all'antennista, da Dio a un'infinità di dèi dai nomi improbabili (il “dio del c'è un limite a tutto”, il “dio della cosa covata per anni”, il “dio del sapersi immaginare un'altra vita”) con una straordinaria capacità mimetica sul piano vocale, con misurati ed efficaci atteggiamenti corporei e gestuali.
Lo spettacolo è costruito come una sorta di scatole cinesi narrative: Laurina aspetta il dermatologo, il quale aspetta l'antennista, il quale vince al “Gratta e vinci” e riesce a parlare con Dio, il quale lo fulmina con una saetta perchè troppo insistente, salvo poi inviarlo sulla terra per fare innamorare (invano) Laurina e il dottore e ristabilire l'ordine, con l'aiuto degli dèi che la soccorrono preparando la strada a un riscatto che si intravede prossimo: il topo si trasformerà in pantera?
Il testo strizza l'occhio alla battuta facile e riconoscibile, ai limiti della prevedibilità, ma l'interprete è di caratura. Dopo il cinema e la televisione la Finocchiaro è tornata al teatro con un ruolo che è profondamente nelle sue corde, una donna tenera e disadattata che vive con sorpresa e sgomento quasi insostenibili il quotidiano casalingo e lavorativo.
La scenografia ha la parete di fondo leggermente curva e un pavimento che sembra l'esplosione del bigbang, dove le luci creano ambienti che riquadrano i personaggi. Pubblico divertito, teatro non gremito.
Visto a Matelica (MC), teatro Piermarini, il 15 gennaio 2008
Francesco Rapaccioni
Visto il
al
Giuseppe Persiani
di Recanati
(MC)