Quando al tuo concerto ti ritrovi in prima fila Ornella Vanoni che in maniera evidentemente spontanea, si alza a metà della serata per ballare e trascinare come una consumata capo claqueur il pubblico a fare altrettanto, beh, probabilmente senti che qualcosa di speciale l'hai fatto, nella tua carriera. Qualcosa che va anche oltre la bellezza e la passione delle tue canzoni, la ricercatezza delle collaborazioni, le storie che avresti da raccontare sui grandi artisti cui ti sei accompagnato: probabilmente hai fatto qualcosa di più, e sei entrato dentro le anime di tanti.
Avevamo incontrato Enzo Gragnaniello in un caffè di quel Centro Storico di Napoli grazie al quale quale molte cose prendono vita anche nella sua musica e nella ricerca delle sue parole: era l'estate scorsa, e volevamo affrontare subito con lui quelle nuove sonorità del disco appena uscito, Misteriosamente; Enzo apparve come sempre ironico e complesso, a volte apparentemente con quell'aria di non voler tanto rivelare le cose, ma con le parole che infine uscivano sempre, quelle giuste. L'intervista la trovate su questo link.
Ci siamo incontrati poi l'undici gennaio al Teatro Nuovo, nel cuore di quei Quartieri Spagnoli ancora più cari alla sua musica, e questa volta per vedere il suo film realizzato con Carlo Luglio, un viaggio musicale nella memoria “di una Napoli di sotto”, fra luoghi magici, mitologici e storici che attingevano a piene mani ai Campi Flegrei, ma anche nel “sopra” affrontato con taglio leggero e con molti dei suoi compagni di sempre (Franco Del Prete, Riccardo Veno, Piero Gallo, Attilio Pastore, Erasmo Petrigna, Tony Cercola, Ciccio Merolla oltre a Maria Luisa Santella, Enzo Moscato, James Senese, Ida Di Benedetto, Giovanni Persico, Francesco Iadicicco).
Infine, ecco il grande classico: un palcoscenico su cui far ruotare a turno ognuno di questi elementi, fra artisti e stili che ne hanno accompagnato le tre ore ininterrotte di spettacolo. La tappa napoletana del Misteriosamente Tour mette insieme l'ultimo disco omonimo, uscito a 4 anni di distanza dal suo precedente lavoro, ed i suoi più importanti successi discografici: il teatro è gremito, ed in avvio del concerto sembra quasi strano far confluire l'energia collettiva di tanti spettatori su una semplicità così adatta alla dimensione spirituale di una musica concepita ed eseguita per entrare in contatto con la sfera più intima di chi l’ascolta, dato che i primi brani sono Giacomino, 'e Criature e Male che va (Senza voce), eseguiti rigorosamente da solo, una luce ed una chitarra.
Subito dopo, Guardo il mare e Vasame, con Attilio Pastore, e poi una scaletta che conta in totale ben 32 brani, sui quali, oltre alla base formata da Piero Gallo al mandolino, Aniello Misto al basso, Marco Caligiuri alla batteria ed Erasmo Petringa al violoncello, si alternano le special guest ed i musicisti, da Raiz (Grandioso ed intenso il duetto su 'Na vita e Misteriosamente, un mix di voci viscerali, quasi tribali, contrapposte alle note nitide del violoncello di Petringa e del sax di Riccardo Veno) a Ciccio Merolla, da Franco Del Prete a Gennaro Porcelli, fino a Nino Buonocore (che regala anche una sua versione acustica di Scrivimi) ed appunto Ornella Vanoni, che con Gragnaniello canta Donna e Alberi.
Un viaggio “nel mistero della vita, nella passione, nella voglia di vivere il mistero delle ansie”, quel viaggio che attraverso le emozioni e che mette insieme amore e rabbia, e rabbia e speranza, con la sua voce graffiante a dipingere con la poesia una Napoli dei vicoli spesso dimenticata, ed un sound che spazia tra blues, funk e musica del Mediterraneo dai ritmi sensuali, alla ricerca di un’etnia profonda, universale, e lontana dal folklore.