Ipocrisia, potere, lussuria, ingegno e un pizzico di follia. Ecco gli ingredienti di “Misura per misura”, commedia al contempo leggera e profonda, tra le opere più riuscite di un maestro di assoluto valore come William Shakespeare, che mostra ancora una volta il suo straordinario talento nel comprendere e descrivere la natura umana.
Ciascuno dei personaggi infatti, anche quelli apparentemente minori, è tratteggiato (e interpretato) con grande attenzione, fino a coglierne le più piccole sfumature, tanto che pare di conoscerli, questi personaggi, dal potente duca all’umile mastro Schiuma e di conoscere, attraverso ciascuno di loro, qualcosa di noi stessi. Sul palcoscenico infatti si agitano passioni e sentimenti che, sia pure unici nella loro individualità, possiamo percepire come universali, come se nello sguardo, nell’espressione, nelle parole di un personaggio potessimo rivedere, forse con altri occhi, una scena già vista e vissuta.
I timori del duca nell’affidare il suo potere ad Angelo, suo fedele braccio destro, la virtù, ferrea, forse persino troppo, di quest’ultimo, che vacilla e cede infine di schianto di fronte all’amore e alla passione. L’ingenua eppure incrollabile fiducia di Isabella, che chiede la grazia per suo fratello Claudio vittima, più che della legge o delle circostanze, dell’ipocrisia del potere.
La scenografia, ricca, coinvolgente e capace di mutare con rapidità quasi onirica adattandosi allo svolgersi degli avvenimenti, avvince ulteriormente lo spettatore, e si fa quasi personaggio essa stessa, specie nelle fasi finali, in un crescendo di pathos e partecipazione.
Sapiente infine l’opera del regista Marco Sciaccaluga, capace di adattare, specie nel linguaggio e nella scelta dei termini, la commedia alla modernità, ma senza disturbarne minimamente lo spirito anche perché, come afferma il regista stesso “le voci dei grandi classici vengono dal futuro”.
Prosa
MISURA PER MISURA
Misura per misura
Visto il
15-10-2010
al
Ivo Chiesa
di Genova
(GE)