Non ho nessun timore nel proclamare Jean-Marc Stehlé e Catherine Rankl come i protagonisti di "Misura per Misura" andato in scena martedì 8 Novembre al Teatro Verdi di Padova. Non temo nemmeno di incensare Marco Sciaccaluga, regista, per la scelta di ravvivare con uno squisito gioco scenografico la vita di uno spettacolo che, altrimenti, non avrebbe lasciato il segno in nessuno di noi spettatori.
Certo Eros Pagni e Gianluca Gobbi, protagonisti sulla scena in qualità di Duca e Angelo, non mancano di lasciare sulla commedia la loro impronta: tuttavia il loro talento a poco sarebbe servito senza la plasticità e il "trasformismo", quasi attoriale, di cui è stata capace la scena. Si sarebbe trattato di uno spettacolo di medio livello, costruito su di una drammaturgia a mio giudizio tra le più scontate del Maestro. Per il senso comune, ancora, il ricalcare la tensione polare tra giustizia e ingiustizia, tra rigore e lussuria, tra potere e corruzione e tra tutte le contraddizioni che da questi tre rapporti possono derivare, non si è dimostrato un buon gioco. Invece di risvegliare una scintilla emozionale positiva, quasi catartica, nel contatto con l'attualità dell'argomento, la trama agìta ha piuttosto ha provocato negli Italiani presenti in sala una sorta di bruciore di stomaco dovuto ad una certa indigestione, di cui tutti oramai sappiamo.
Resta il ricordo di uno spettacolo buono, di un regista che conferma di saper sostenere l'arte anche su scelte drammaturgiche storicamente e geograficamente mal collocate. Forse, per chiudere, la stagione di prosa al Verdi di Padova è cominciata un po' in sordina.
Prosa
MISURA PER MISURA
Scena protagonista in
Visto il
al
Carignano
di Torino
(TO)