Danza
MOMIX: SUN FLOWER MOON

Definire i Momix di Moses Pen…

Definire i Momix di Moses Pen…
Definire i Momix di Moses Pendleton senza cadere nella banalità e nel “già detto” è profondamente difficile: essi sono danzatori, acrobati, illusionisti, tutte queste cose insieme ed anche di più. Nati in occasione delle Olimpiadi invernali del 1980, quest’anno con lo spettacolo “Sun Flower Moon” celebrano i loro 25 anni di attività, e per l’occasione Pendleton adotta, per la prima volta, la tecnica del “teatro nero”. In questo modo gli effetti visionari delle sue coreografie si moltiplicano, quasi allucinano lo spettatore che rimane letteralmente ipnotizzato dalla magia di questo modo così singolare di fare Teatro. Perché, che questo sia chiaro, uno spettacolo dei Momix non è un semplice spettacolo di Danza, ma un evento di Teatro totale, quello teorizzato un secolo fa da Adolphe Appia, che lo vedeva come “opera d’arte vivente”, da Vsevold Mejerchol’d ed il suo studio sulla biomeccanica, e da Antonin Artaud ed il suo “corpo orchestra”, e che, da appassionato orientalista sembra quasi gettare le basi su cui poggia questo spettacolo, così intriso d’Oriente, sin dal titolo, citazione da una poesia giapponese. Il continuo fluttuare dei corpi in scena ci rimanda alla natura, quella dei fiori ma anche a quella del mare e del cielo, spesso illudendoci che su quel palco sia assente qualsiasi forza di gravità, tanto da risultarci più virtuali le immagini dei ballerini che quelle proiettate sullo schermo costituito da un velatino, su cui per tutto lo spettacolo vengono proiettate immagini che suggeriscono le ambientazioni. A nostro giudizio, pur apprezzando molto, come già detto, l’utilizzo del teatro nero, il momento di maggior suggestione di “Sun Flower Moon” è quello in cui due ballerini, un uomo ed una donna, si esibiscono avvolti da una luce rossa, mentre sullo schermo viene rievocata la forza del fuoco ed i loro corpi danzano un rituale tribale avvinghiandosi in un unico insieme, dando vita ad un intenso momento carico di tensione e passionalità. Interessante, infine, la scelta delle musiche, anche se forse strizza un po’ troppo l’occhio alla moda lounge, ma va detto che Pindleton è stato il primo a divulgare questo tipo di musicalità, e a tal proposito vanno ricordate le straordinarie coreografie di “Passion” sulle splendide musiche di Peter Gabriel, spettacolo del 1992 e che forse rappresenta il maggior successo dei Momix. Lo spettacolo si conclude con un rutilante finale, quasi come quello dei fuochi d’artificio, che culmina nella trasfigurazione dei “sunflowers”, i girasoli, in un astro, che altri non è che la poetica luna, “moon”.
Visto il
al Nuovo di Milano (MI)