Concepito e scritto da Julia Jordan, con i testi e le musiche di Juliana Nash, lo spettacolo è un thriller passionale che ruota intorno a un triangolo amoroso, destinato a sfociare in tragedia.
La passione, qualche rimpianto e un omicidio sono gli ingredienti che rendono esplosivo Murder Ballad, rock musical dal sapore metropolitano e underground: una delle produzioni off-Broadway più originali degli ultimi vent’anni è per la prima volta in tour in Italia, diretto da Ario Avecone e Fabrizio Checcacci.
Concepito e scritto da Julia Jordan, con i testi e le musiche di Juliana Nash, lo spettacolo è un thriller passionale che ruota intorno a un triangolo amoroso, destinato a sfociare in tragedia.
Tra underground e nouvelle vague
Al centro della storia Sara, combattuta tra l’antica passione per Tom e la tranquillità garantita dalla vita familiare con il marito Michael, professore di letteratura dal quale ha anche avuto una figlia.
Quarto protagonista della storia è il Narratore, una figura invisibile agli altri personaggi, che “muove i fili” dell’intera vicenda mantenendo costante, attraverso la musica, l’interesse e il dialogo con il pubblico: un ruolo dalle sfumature a tratti imperscrutabili, affrontato con sicurezza da Myriam Somma, grazie anche all’efficace lavoro svolto sulla traduzione e adattamento in italiano dello script originale.
La presenza nel cast di due ulteriori performer – Valentina Naselli e Jacopo Siccardi – si rivela assai funzionale, sul piano logistico, oltretutto per conferire allo spettacolo quell’aurea cinematografica, che oscilla tra l’underground e la nouvelle vague (nell’allestimento è stato inserito un riferimento video al film Jules e Jim di François Truffaut).
Personaggi psicologicamente rilevanti
La vocalità intensa e graffiante di Arianna Bergamaschi – già protagonista dello show originale a Detroit - incarna con toni viscerali la complessa psicologia del personaggio di Sara, quasi annichilita nel trovarsi a (non) scegliere tra una rovinosa passione del passato e le discrete premure di un marito che le ha fatto ritrovare la propria affettività.
Antonello Angiolillo, forte dell’esperienza in Next to Normal – un musical molto simile a Murder Ballad, non solo musicalmente, ma soprattutto per il taglio drammaturgico delle tematiche trattate – appare ormai disinvolto nell’affrontare ruoli che comportano un evidente spessore psicologico. Leonardo Di Minno in versione “bad boy”, è convincente, ma lo è ancora di più se si considera che, tra i tre vertici del triangolo, Tom è quello più tormentato e fragile, dunque psicologicamente più rilevante.
Un musical immersivo
In questo viaggio nei labirinti della mente, tra eros, morte e destino, inizialmente tutto sembra scorrere a una velocità eccessiva: i personaggi prendono vita sulla scena in funzione delle situazioni che vivono, finché – con un graduale cambio di rotta - i tratti caratteriali e psicologici prendono il sopravvento, facendo presagire il tragico epilogo.
L’essenziale scenografia (una pedana centrale e pochi cubi componibili tra loro) e il particolare disegno luci – attraverso cui il pubblico può identificare l’evocata presenza di Frankie, la figlia di Sara e Michael – definisce il carattere innovativo dello show, ambientato in una metropoli degli anni Novanta, tra grandi possibilità e cocenti delusioni.