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MURMURES DES MURS

MURMURES DES MURS: il misterioso mondo di Aurélia

MURMURES DES MURS: il misterioso mondo di Aurélia

Tutto muta, tutto cambia, tutto scorre. L’incanto poetico ed estetico che ammalia lo spettatore di Murmures des murs (“Mormorii delle pareti”), spettacolo per la regia di Victoria Thierrèe-Chaplin andato in scena venerdì 21 novembre al Teatro della Tosse, nasce dal mutamento di forme, consistenze, identità. Protagonista in scena la figlia di Victoria Chaplin, Aurélia, già interprete di Le Cirque Imaginaire, Le Cirque Invisibile e L’Oratorio d’Aurélia, che insieme a Jaime Martinez, Magnus Jakobsson o Antonin Maurel conduce il pubblico in un viaggio dolce e inquieto attraverso i luoghi della memoria, i paesaggi abbandonati della nostra esistenza, le tracce che abbiamo lasciato nel nostro percorso. Edifici di velluto cangiante scivolano sul palco, inglobano e poi espellono creature umane che diventano animali fantastici, oggetti che si animano e spariscono all’improvviso, frammenti di quotidianità che grazie a sorprendenti giochi scenografici si trasformano in eventi soprannaturali. L’interno di una casa vuota si anima di incontri attraverso fessure invisibili, diventa un cortile dove passa una barca; la corda di panni stesi è il punto d’appoggio di una donna appesa che danza nell’aria; il tavolo apparecchiato estende la sua superficie all’infinito per consentire un tango che prosegue al di fuori del suo perimetro. Come accade nei sogni, gli oggetti, i luoghi e le persone appaiono e scompaiono fluidamente, cambiano forma e contesto; le immagini che si susseguono non hanno apparente connessione: è la sensazione che ci lasciano a costituire il filo conduttore. Ecco, “Murmures de Murs” ha il ritmo di un sogno stravagante, delicato, immaginifico, iridescente. Invita a non perdere l’incanto che avevamo da bambini, a guardare il mondo come qualcosa di prodigioso.
 

Visto il
al Verdi di Pordenone (PN)