Musica
MUSICA PER IL CINEMA

Se è vero che la musica è l'a…

Se è vero che la musica è l'a…
Se è vero che la musica è l'arte di pensare coi suoni, è anche vero che si può suonare e comporre col pensiero. Mettere poi le note su carta, è un mero esercizio grafico. Morricone, 78 anni a novembre, ha fatto della sua vita musicale una composizione continua, di pensieri e di note. Emozioni che l'hanno accompagnato una vita, che partivano dalla sua mente e dal suo cuore, per poi arrivare ai nostri. Lo diceva anche Bach: "Un musicista non può commuovere gli altri se non è egli stesso commosso. E' dall'anima che bisogna suonare." A gennaio, Ciampi l'ha nominato Grande Ufficiale. Il Grande Ufficiale della Musica, potremmo definirlo. Vincitore di moltissimi premi (Nastro d'argento, David di Donatello, Bafta, Golden Globe) e con 5 nominations all'Oscar all'attivo, Morricone è il Franco Baresi della musica: nessun Pallone d'oro, nessun Oscar a premiare la sua lunghissima e prestigiosa carriera. Un affronto? Lui assicura di non avere rimpianti, ma noi eccome se ce li abbiamo. Però forse è vero che i campioni di questo calibro non hanno bisogno di statuette ufficiali per entrare nella storia. Nella storia entrerà il 24 luglio 2006, Arena di Verona, data di debutto assoluto prima di un tour europeo e mondiale (2007 e 2008). Morricone ha diretto per la prima volta la Filarmonica e il Coro Filarmonico della Scala, un ensemble di circa 200 elementi tra i più preparati e competenti in circolazione. Santo Patrono di cotanta magnificenza, lo stilista Giorgio Armani, da sempre amante e intenditore di musica. Una serata indimenticabile anche - ahimé! - per il caldo soffocante. Per noi, nel parterre e sugli spalti, a sventolare lo sventolabile come tante farfallette in cerca d'aria, ma anche per loro, sul palco in giacca nera e con le luci puntate. Ancor più applausi, per una prova del genere. E il Maestro, sempre grandioso e impettito, non ha in alcun momento accennato alla disfatta. Che Mission. Proprio sulle note di "The Mission", sul finale, arriva, chissà da dove, una folata di vento, quasi a voler accompagnare in volo le note. A me viene la pelle d'oca, e non per il vento. Ma è anche il resto a fare brivideggiare gli astanti: "C'era una volta in America", "Il buono, il brutto e il cattivo", "The Mission", "Gli Intoccabili", "Sacco e Vanzetti", "Nuovo Cinema Paradiso", "Novecento", un tripudio di immagini, ricordi, emozioni. L'ha detto lui che "un buon film può rendere immortale la musica". Ma è anche vero il contrario, Maestro. Non faccia il modesto. Molti dei brani sono delle suites di temi, rielaborate in modo nuovissimo e originale e se non ci fossero stati i 70 del Coro, sarebbe stata l'intera Arena a intonare "Here's to you". Morricone si dimostra essere l'incarnazione del film di Tornatore, "Novecento": è lui il vero e indiscusso rappresentante di un'epoca, il Novecento. Attraversata, vissuta e da lui arricchita. Due sole pecche, ma veniali: lo sfoggio stilistico un pò esasperato nei temi dei westerns di Sergio Leone (la "rumoristica" è per pochi eletti) e il Grande Assente Ingiustificato: "Canone Inverso". La inserisca nei prossimi concerti, Maestro. La faccia ascoltare. Lasciata dov'è, è uno spreco musicale immane. In fondo, il leit-motiv del film di Tognazzi era proprio questo: "l'unica cosa che ti serve...è la musica".
Visto il
al Arena di Verona (VR)