Dopo una tournée che li ha visti muoversi la scorsa estate in tutto il Lazio, torna a Roma Mythos, lo spettacolo di danza di Rossana Longo, per la regia di Angelo Libri che rientra nel progetto speciale del Comune di Roma.
Uno spettacolo rodato dal suo debutto all'Argot di Roma nel marzo dello scorso anno, che torna ora al teatro Arcobaleno, dove già era andato in scena lo scorso ottobre.
Mythoscolpisce per l'approccio transdisclipinare tra danza, teatro e musica con cui si vogliono raccontare alcuni brani della mitologia greca.
Queste tre istanze percorrono tutto lo spettacolo con risultati alquanto diversi. La parte teatrale sembra quella più riuscita e conclusa. Due corpi recitanti quelli di Andrea de Bruyn ed Edoardo De Girolami, introducono i vari miti, ora raccontandone momenti, restituendone dolori ed emozioni, ora interpretando direttamente le varie divinità, Orfeo, Narciso, Amore, recitandole a turno, passandosi più volte il testimone. Una soluzione semplice ed elegante che si rispecchia anche nella parte coreografica, dove un quadro dedicato a un mito si stempera nel quadro successivo, senza soluzione di continuità. In piena sinergia con la parte drammaturgica le 5 danzatrici e i 2 danzatori si prestano ad alcuni interventi che esulano dal classico sviluppo coreografico, mettendosi al servizio del racconto. Indossano cellofan, approntano esotici arredi di scena, costituiscono parte della scenografia. L'interazione continua tra parte recitante e parte coreografica è suggestiva ma sembra avere un effetto di contenimento della prima sulle seconde: le coreografie non riescono mai a spiccare il volo in autonomia rimanendo rinchiuse in una cornice narrativa che le relega, quasi, al ruolo di illustrazione didascalica. Solo un approccio più astratto avrebbe permesso un approccio più puro, totale, alla danza a discapito però della comprensione generale del racconto. Un'enorme cortesia per lo spettatore dunque a discapito dell'estro creativo della coreografa, davvero notevole.
Il corpo di danza sembra sbilanciato a favore dei due ballerini che hanno una tecnica più affinata delle ragazze, a livelli moto differenti l'una dall'altra. Un certo impaccio generale sembra caratterizzarle tutte, ma forse dipende dallo spazio scenico davvero angusto, soprattutto per uno spettacolo di danza.
L'elemento che invece ci pare sia stato più trascurato è quello musicale, non già nella scelta delle musiche che elegantemente spaziano tra brani classici e brani moderni, costituendo un florilegio equilibrato di emozioni in musica, quanto gli interventi del soprano Denise Antonini il cui ruolo è troppo stravolto da quello canonico (voce amplificata che canta sulle basi invece dell'impeccabile suono acustico scompagnato dal piano o magari da un'orchestra) per farsi davvero notare, e, soprattutto, per giustificare la sua presenza come necessaria.
Ma l'insieme funziona, ha una sua unità e un suo certo fascino, la ricerca e l'amore per il mito è genuino e sincero e, usciti dalla sala, rimangono alla mente più i momenti emozionanti che compongono lo spettacolo dei piccoli difetti che, pure, sono qua e là presenti.
Roma Teatro Arcobaleno dal 12 al 17 maggio 2009
Visto il
al
Sociale
di Brescia
(BS)