Modena, teatro Comunale Pavarotti, “Nabucco” di Giuseppe Verdi
DAVANTI AL MURO
La stagione operistica di Modena ha inserito nel suo cartellone una delle opere più amate dal pubblico italiano, Nabucco di Giuseppe Verdi, l’opera che ha traghettato il cigno di Busseto verso il successo imperituro e la gloria; l’opera che contiene il coro più cantato e conosciuto dell’opera lirica mondiale. Un’opera che già da cartellone prevedeva un successo di pubblico. Modena ha scelto un Nabucco datato e consolidato da numerose recite in vari teatri italiani ed europei, una produzione del teatro Regio di Parma del 2008 per la regia di Daniele Abbado.
La vicenda del Nabucco viene tratta dal biblico episodio dell’invasione del Regno di Giuda da parte del re babilonese Nabucodonosor nel 586 a.C., quando fu saccheggiato il Tempio di Gerusalemme, cui seguì la deportazione dei vinti a Babilonia, dove circa mezzo secolo dopo furono liberati; intorno a questa storica vicenda cresce l’intreccio dell’opera con le varie vicende d’amore di Fenena e Ismaele e la cattiva Abigaille. Da questo spunto vien facile paragonare la cattività babilonese con la triste vicenda della Shoa, dello sterminio degli Ebrei da parte della Germania nazista. Con questa idea è proceduta la regia statica di Daniele Abbado. Il regista ha vestito gli Ebrei con abiti degli anni quaranta del XX secolo, come coloro che subirono le persecuzioni e lo sterminio nazista, anceh se poco si colgono le differenze tra ebrei, assiri, babilonesi. Il richiamo archeologico al muro del pianto è gradevole ma sa di già visto. Questa produzione, ripresa nella regia da Caroline Lang, si caratterizza per una eccessiva staticità che è inusuale a quest’opera, cadendo in una narrazione spesso fissa, quasi dei tableaux di fascino, ma che rallentano la tensione.
Molto belle e d’impatto le scene monumentali di Luigi Perego, sulle quali Abbado colloca i cantanti e ignoti personaggi immobili. La maestosità del muro e la scelta registica impediscono lo svolgimento del corteo di Nabucco, lo stesso muro che sostituisce i fiumi di Babilonia nel canto del Va pensiero: bello ma onnipresente. Molto d’effetto risultano i costumi dei solisti (ad eccezione di Zaccaria in un improbabile abito sacerdotale), creazioni sempre di Luigi Perego, in un mix di antico babilonese e moderno ebraismo in giacca e cravatta.
I cantanti protagonisti hanno meritato gli applausi calorosi del pubblico modenese. Nel ruolo del titolo Carlo Guelfi ha dato una buona prova vocale con un ottimo fraseggio e una convincente presenza scenica. Dimitra Theodossiu, nel ruolo di Abigaille, ne assorbe perfettamente il temperamento e la foga, però, nonostante la bella voce e il taglio drammatico, il vigoroso registro acuto è parso meno compatto del solido e la zona grave è lacunosa; merita una lode per Su me… morente… esanime alla fine dell’opera. Riccardo Zanellato è uno Zaccaria possente, ben saldo nel registro grave e con i giusti appoggi nelle note più acute: la preghiera Tu sul labbro de’ veggenti, più cantabile rispetto alle altre arie riservate al personaggio, è particolarmente toccante ed è la pagina che gli dà maggior risalto. Una bella voce, senz’altro molto più matura, sicura e calibrata rispetto a precedenti ruoli, è risultata quella di Roberto De Biasio (Ismaele); De Biasio ha dimostrato di avere una buona padronanza degli acuti e un canto uniforme che privilegia la qualità del suono. La Fenena di Anna Maria Chiuri è corretta. Apprezzabili i comprimari: Mauro Corna (Sacerdote di Belo), Gregory Bonfatti (Abdallo) e Cristina Giannelli in (Anna, vestita di un anonimo vestitino nero era perennemente confusa con il coro).
Il maestro Massimo Zanetti, alla guida dell’Orchesta del teatro Regio di Parma, è stato molto preciso e attento, tanto agli strumentisti in buca quanto ai cantanti sul palcoscenico ed è riuscito a ottenere bellissimi colori, intensificando i chiaroscuri, e passaggi molto eleganti e puliti, eliminando completamente ogni richiamo bandistico. Eccellente la prova del Coro del Regio di Parma, guidato da Martino Faggiani: il Va pensiero è stato un momento di alta liricità e commozione, applauditissimo e giustamente osannato.
Teatro pieno, pubblico fin troppo plaudente ed entusiasta.
Visto a Modena, teatro Comunale, il 05 febbraio 2010
Mirko Bertolini
Visto il
al
Comunale Luciano Pavarotti
di Modena
(MO)