Lirica
NABUCCO

Dedicato all'archeologo martire

Dedicato all'archeologo martire

Lo spettacolo, un allestimento dell'Opera di Tenerife coprodotto tra Jesi, Modena e Piacenza, si apre con la dedica da parte del regista a Khaled al-Asaad (che meritava maggiore attenzione di una veloce lettura immediatamente prima dell'invito a spengere i cellulari), archeologo per anni responsabile del sito di Palmira trucidato dall'Isis, e la scenografia di Stefano Monti con opere di Vincenzo Balena cita ampiamente i siti mediorientali per i mascheroni di foggia greco-arcaica, i pilastri di grandi blocchi ricoperti dalla sabbia, i rilievi terrifici e le sculture mesopotamiche. I quattro pilastri a base rettangolare rotanti mutano l'apparire della scena ma costringono all'azione limitata su uno spazio troppo angusto a ridosso del proscenio. L'ambientazione antica è confermata dai brutti costumi di Massimo Carlotto, mentre le luci di Nevio Cavina rendono metaforica la rappresentazione, in quanto fuori dal tempo e dallo spazio. La regia di Stefano Monti risulta piuttosto statica, i coristi entrano ed escono cantando poi preferibilmente raggruppati, i cantanti si limitano a una gestualità generica e di maniera, i mimi enfatizzano alcune situazioni non necessariamente legate a snodi drammaturgici. In particolare terzo e quarto atto, uniti, sono scanditi da troppe chiusure di sipario per esigenze sceniche, che penalizzano la compattezza dell'opera.

La direzione di Aldo Sisillo privilegia toni roboanti per molti insiti e inevitabili nel primo Verdi e l'Orchestra dell'Opera Italiana, compagine di recente formazione tra professori prevalentemente parmensi ed emiliani in genere, segue le indicazioni del Maestro con assoluta fedeltà.

Nel ruolo del titolo si è distinto Carlos Almaguer per la nobiltà del canto e l'intensità dell'espressione. Nel cast ha primeggiato Ramaz Chikviladze, la voce è ampia e arricchita da riflessi e il cantante è in grado di cogliere ogni piega, presentando uno Zaccaria di grande forza interiore. Leonardo Gramegna tratteggia un Ismaele squillante e dai volumi importanti da controllare a vantaggio di una maggiore significatività del verso. Sul versante femminile Maria Billeri è un'Abigaille cattivissima dallo sguardo truce e dalla voce potente, Elisa Barbero è una Fenena temperamentosa, Alice Molinari una Anna adeguata. Con loro Paolo Battaglia, Gran Sacerdote di presenza significativa, e Roberto Carli, giusto Abdallo. Il Coro lirico marchigiano, preparato da Carlo Morganti, non delude le attese del pubblico nel Va' pensiero (penalizzato dal velatino con le proiezioni che lo separa dalla platea) e neppure negli ampi brani in cui è presente in scena.

La stagione di tradizione del Pergolesi prosegue a novembre con Don Pasquale e a dicembre con La vedova allegra, rinviati al nuovo anno Le nozze di Figaro della Bottega Peter Maag e il concerto lirico per Mario Del Monaco a cui la stagione è dedicata nel centenario della nascita.
Per chi, come il sottoscritto, ha personalmente conosciuto Khaled al-Asaad lo spettacolo ha un significato profondo nel ricordo di un uomo di grande levatura culturale che aveva conservato una intensa umanità e una mitezza che lo rendevano gentile e disponibile.

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