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NATURA MORTA - BABILONIA TEATRI

"Natura Morta", un non spettacolo per un non pubblico

Babilonia Teatri
Babilonia Teatri

In tempi di distanziamento, di isolamenti più o meno volontari, di proposte ministeriali choc che immaginano una netflix teatrale come salvezza dell’intero comparto, Babilonia Teatro propone Natura Morta: un non spettacolo, spazio buio, in una sorta di non luogo, spazio vuoto, fatto di non parole, una chat whatsapp, e con non spettatori, tutti con lo sguardo basso sui cellulari. 

Eh sì, perché all’ingresso il pubblico è inserito, previa liberatoria, in un gruppo whatsapp su cui riceverà i messaggi necessari alla performance. Avete capito bene, la performance dell'attore non c'è. Lo spettatore passa la quasi totalità dello spettacolo a guardare il proprio smartphone, a leggere i messaggi che vengono inviati in questa chat di gruppo, anche perchè lo spazio centrale era sempre al buio.

Natura morta con predica

Natura morta si racconta in poco: cinquanta minuti di sms (comprensivi di pausa per problemi tecnici) che fanno concorrenza a un sabato sera tra sbarbati, dove tutto il dicibile viene detto, anzi no, veicolato dal cervellone regista: “Bob Dylan è un poeta?”, “Come sta Michael Schumacher?”, “più voti uguale a meno tasse?”, “ho deciso di censurare gli emoticon”. 

Lo spettatore subisce passivamente per i primi due terzi, poi si cominciano a registrare i primi stati d’animo tra il pubblico, i quali interagiscono scrivendo: “Mi sta venendo un lieve mal di testa”, “Dove è la toilette?”, “E adesso?”, ai quali il Leviatano/Babilonia Teatri non risponde, l’interazione capitombola così nel silenzio e lo spettacolo procede come quella che qualche secolo fa si sarebbe chiamata Savonarolata: una predica, insomma, che per sua natura (natura morta, appunto) procede a senso unico.

Domande senza risposta

Ma le domande restano e sono tante: qual era il senso di tutta l’operazione? E’ possibile avere il rimborso biglietto se uno spettacolo è stato sostituito con una chat whatsapp? Perché c’erano le telecamere se i whatsapp, almeno per il momento, restano roba scritta o audio, e dunque non c’era nulla da vedere e nulla accadeva? 

Come detto, le domande restano, a tentare una risposta in zona cesarini, grappoli di spettatori hanno intanto già abbandonato la sala, ci pensano quattro culturisti dallo sguardo fiero e il labbro sorridente che inscenano una loro brevissima performance. Applausi. Ai culturisti, presumo. 

Lo spettacolo è finito, anzi no, siamo stati tutti cancellati dal gruppo whatsapp. Così, dopo questo gesto netto, scaricati dal cervellone/Babilonia Teatri, si torna a casa, con in testa uno degli ultimi messaggi ricevuti: “Oggi ho deciso di censurare il mio corpo”

E ancora una domanda, l’ultima: un corpo censurato di quanti messaggi può disporre?

Visto il 17-09-2020
al Alle Tese di Venezia (VE)