Ancona, teatro delle Muse, “Neues vom Tage” di Paul Hindemith
LA VITA E' UN CABARET
Paul Hindemith (1895/1963) fu concertista, studioso, compositore, costretto all'inizio degli anni Trenta dal partito nazista ad emigrare lontano dalla sua Germania, in parte a causa di quest'opera bollata dal regime hitleriano come “scandalosa e bolscevica”.
Il teatro alla Scala ha messo in scena due stagioni fa (in dittico con “Il dissoluto assolto” di Azio Corghi dal contenuto dongiovannesco) il suo “Sancta Susanna” che segnò l'adesione (temporanea) all'espressionismo, in reazione al quale nacque “Neue Sachlichkeit”, movimento musicale, politico e letterario di cui è emblema “Neues vom Tage”.
Rappresentata per la prima volta a Berlino nel 1929, in Italia ha avuto un solo precedente a Napoli nel 1954, ma la rappresentazione alle Muse costituisce una “prima italiana”, poiché al San Carlo fu data una seconda versione in due atti rimaneggiata e “ammorbidita”, mentre il teatro dorico ospita l'originale in tre atti, messo in scena senza pause. In agosto sarà al teatro Lauro Rossi di Macerata nell'ambito dello Sferisterio Opera Festival.
“Neues vom Tage”è una satira impietosa della società tedesca del primo dopoguerra che presenta elementi di attualità, raccontando le peripezie di due coniugi che balzano alla notorietà delle cronache per le loro litigate furibonde, al punto che impresari teatrali decidono di mettere in scena le loro disavventure con loro stessi protagonisti (prima dell'avvento della televisione). Essi finiranno così imprigionati nei ruoli che il pubblico vuole: la vita segue la cronaca e lo spettacolo e non il contrario; dagli incontri “al buio” scaturiscono passioni incontrollate; scambi di coppia disinvolti sono attuati con calcolata freddezza.
Hindemith crea un linguaggio musicale angoloso, non incline al sentimentalismo, e recupera la tradizione bachiana, anche se è improprio considerarlo un ritorno a Bach, poiché non è contaminazione stilistica ma ci si riferisce solo alla struttura della frase musicale e alla tecnica compositiva. Bruno Bartoletti ha diretto, con mano sicura e la solida competenza nel territorio novecentesco, una partitura estremamente interessante che echeggia il cabaret, Kurt Weill e molto dei contemporanei (uso del pianoforte e della sordina per le trombe). Il Maestro ha impresso vivacità e brio, seppure la scrittura non è esente da ripetizioni. Coro ed orchestra l'hanno seguito con qualche sbavatura.
Pizzi cala la partitura nella vita berlinese degli anni Venti, eccitata e piena di contraddizioni, creando una serie di flash sulla vita turbolenta della città tedesca separati da cambi di scena a vista. Scene e costumi sono ispirati al Bauhaus e caratterizzati dalla solita eleganza formale di Pizzi. L'uso delle sedie di Marcel Breuer sono l'emblema di un'epoca e al tempo stesso fuori dal tempo, nel contemporaneo. Dominano cromìe forti ed acide (come la musica): due rettangoli neri incorniciano il fondoscena, un telo senza confini che si illumina di rosso, arancione, giallo, fucsia, verde, azzurro, blu, colori acidi che si riflettono su una pedana inclinata nero lucido. I movimenti riportano l'azione vicino al cabaret, con vivacità e aderenza al libretto. Nel terzo atto il momento di spettacolo è coreografato e interpretato da Gheroghe Jancu, ispirato ai balli di Oskar Schlemmer: bastoni agganciati in varie parti del corpo che “ingessano” i movimenti come un robot o un automa.
Molto brava la protagonista Gun-Brit Barkmin (Laura) per estensione e spessore vocale, capacità interpretative e coraggio nell'affrontare la lunga scena del secondo atto nella vasca da bagno nuda (un momento che nel 1929 aveva destato scandalo): è lei che trascina lo spettacolo. Buona la prestazione di Wolfgang Holzmair (Eduard), voce corposa e ben utilizzata. Non all'altezza del ruolo per vocalità e aspetto l'islandese Jon Ketilsson che del “schöne Herr Hermann” non ha il carisma. Debole John Bellemer (Herr M.); Katharina Peetz (Frau M.) ha voce poco scura. Con loro Tobias Scharfenberger (ein Hoteldirektor) e Shadi Torbey (ein Standesbeamter). Dal coro lirico marchigiano escono gli elementi per i ruoli secondari e per i sei manager (qualcuno era fuori tonalità).
Pubblico divertito durante la recita, caloroso alla fine con tutti.
Visto ad Ancona, teatro delle Muse, il 25 gennaio 2008
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al
Delle Muse
di Ancona
(AN)