Lirica
NORMA

Roma, Auditorium Parco della …

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Roma, Auditorium Parco della Musica, “Norma” di Vincenzo Bellini NORMA IERATICA E LUNARE L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha dedicato il mese di settembre al “Belcanto festival”, titolo suggestivo che rimanda ad esecuzioni di partiture impervie dal punto di vista vocale. Apertura affidata a tre tenori, John Osborn, Celso Albelo e Barry Banks (12 settembre), per proseguire con due primedonne quali Mariella Devia (“Scene da prima donna” il 15 settembre) e Cecilia Bartoli (“La rivoluzione romantica” il 25 settembre). In mezzo un “re”, Michele Pertusi (“Rossini forever” il 19 settembre) e a chiusura questa esecuzione di Norma in forma di concerto, attesa soprattutto per il debutto di Micaela Carosi nel ruolo del titolo. Debutto positivo, senza ombra di dubbio. Micaela Carosi è interprete di riferimento per il repertorio verdiano e verista e si accosta al belcanto con personalità notevole. La sua Norma è sacrale, ieratica, più lunare che terrestre, più distaccata che innamorata, più disillusa che delusa, donna altera ed inarrivabile, persino sprezzante a momenti. Vocalmente è adeguata, soprattutto nel registro alto, pieno e squillante, al punto che esegue “Casta diva” nella tonalità originale di sol maggiore (invece del consueto abbassamento di un tono), preceduta dal lungo recitativo espressivo ed intenso. Le fioriture di “Ah! Bello a me ritorna” non le creano alcuna difficoltà. L'interpretazione è accompagnata in modo efficace da una postura fisica di grande impatto visivo, una eterea e inarrivabile eleganza che la presenta come lontana dagli altri protagonisti. Appena avrà maggiormente interiorizzato il personaggio sarà di certo una delle interpreti di riferimento per questo ruolo. Accanto a lei Sonia Ganassi è una perfetta Adalgisa: voce in formissima, pura, limpida, corposa nei centri, pura negli alti, sicura nel grave. Capace di rendere in modo struggente i sentimenti di amore, amicizia, devozione. Gregory Kunde è un convincente Pollione, voce iscurita piacevolmente, piena e venata di bruniture ma agile e sicura nell'alto. Il tenore è esatto nello stile e capace di rendere le sublimazioni del sentimento nel difficile passaggio dall'amore per Adalgisa alla agnizione finale del legame con Norma. Non teme gli acuti e ne dà subito prova con “voluttade e amor” in “Meco all'altar di Venere”. Ma esprime anche toni tenerissimi in “Vieni in Roma, ah! Vieni, o cara..”. Simon Orfila ha voce chiara per Oroveso ma canta in modo impeccabile. Buona la performance di Massimiliano Tonsini (Flavio) e Alessandra Volpe (Clotilde). Nella direzione d'orchestra Kent Nagano è quasi un debuttante, ma di gran lusso, e convince: cura i dettagli, sceglie toni non veloci, distesi, che consentono all'ottima orchestra (archi in gran forma) di rendere le pagine con estremo lirismo e purezza di suono. A cominciare dall'overture con le lunghe arcate morbidissime. Coro ben preparato da Marcovalerio Marletta. Vivo successo di pubblico. Visto a Roma, Auditorium Parco della Musica, il 29 settembre 2008 FRANCESCO RAPACCIONI