Paola Lattanzi conduce, da diverso tempo, una ricerca in spazi esclusivamente urbani e non tradizionali, specialmente dopo la creazione del gruppo ASKA. La sua sperimentazione coreografica si muove su vari fronti, dall'improvvisazione alla strutturazione in spazi teatrali. È per questo che ha accettato di debuttare con OGM mon amour, all'interno della rassegna ISTANTANEE, in forma di installazione/ performance.
Lo spettacolo si presenta come una chiara sferzata ironica nei confronti degli organismi geneticamente modificati, sul palcoscenico due personaggi e due musicisti.
"Voglio che il mio giovane pollo abbia il petto carnoso e sia morbido e senza ossa e che abbia quattro ali…"
In scena due ballerini dalle carni rosse e i corpi geneticamente modificati. Questi organismi geneticamente modificati, OGM appunto, sono così grazie alle tecniche di ingegneria genetica, che consentono l'aggiunta, l'eliminazione o la modifica di elementi genici. Teste con occhi sulle schiene e braccia e gambe rapide nelle danze, troppo scattose e per niente accoglienti. Inquietante questa lunga danza verso la morte dei due polli che poi ritroveremo nei nostri piatti. Questa idea ci angustia, e ancor di più ci angustia vederla palesarsi così davanti ai nostri occhi con la consapevolezza che gli OGM ci illudono e ci avvelenano. Saremo in grado di rispondere, in qualche modo, a questo processo che ormai si è avviato? Come ci suggerisce l’ideatrice dello spettacolo con il coraggio, credo.