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DIARIO PERPLESSO DI UN INCERTO

"Novecento": Un viaggio sull'oceano

"Novecento": Un viaggio sull'oceano

1994; Eugenio Allegri, Gabriele Vacis e Alessandro Baricco: tre artisti torinesi uniscono le forze e danno vita all’incredibile storia del pianista sull’oceano che con la sua musica ha incantato il mondo intero. E se da questo capolavoro è potuto nascere il film che, con la regia e la sceneggiatura di Tornatore, ha fatto il giro del globo, si capisce quanto valore abbia lo spettacolo Novecento in scena al Teatro Filodrammatici di Milano, nella sua versione originale, così com’è nata nel 1994.

Eugenio Allegri torna dunque a raccontare la mitica storia di Danny Bootman T. D. Lemon Novecento, trovato in fasce da “un negro di Philadelphia” sul transatlantico “Virginian” sul nascere del Ventesimo secolo. Probabilmente partorito di nascosto da una madre di una famiglia di migranti, era stato lasciato in prima classe su un pianoforte a coda. È tutto l’equipaggio della nave ad accoglierlo, dargli un nome e offrirgli una casa che, galleggiando sull’immenso oceano, oscilla tra vecchio e nuovo mondo, trasportando persone di ogni tipo, insieme a tutte le loro storie. A otto anni Novecento rivela la sua più grande dote: è un pianista straordinario, capace di danzare con l’oceano; capace con la sua musica di viaggiare in tutto il mondo, ma mai scendendo dal suo transatlantico: incanta con il pianoforte le memorie di chi lo incontra.

Come i passeggeri del Virginian, da spettatori di questo monologo è impossibile non rimanere ammaliati da questa incredibile storia, grazie alla bellezza del testo e alla magnifica interpretazione di Allegri, la cui voce trasporta indietro nel tempo e in un altro luogo: e così ci si trova nella sala da concerto della nave, seduti su quelle poltroncine che stanno su quell’infinita massa d’acqua gorgogliante, in silenzio, ad ascoltare. La voce dell’interprete danza con la musica e la sua gestualità gioca con pochi elementi scenici, e il tutto crea quel mondo alla deriva tra le due guerre del secolo scorso, con la sua atmosfera, le luci, i colori e i suoni.

Questa interpretazione di Novecento è un evento a cui davvero vale la pena di partecipare: desta meraviglia, ricorda che “la vita è una cosa immensa”; e ci si ritrova a desiderare che ugualmente immensa sia anche la propria.

Visto il 01-04-2017