Vedere un'opera a teatro è sempre bello , specialmente se siamo in un teatro dallo spessore evocativo come quello del Goldoni di Livorno . Quando si apre la scena ,calano le luci di sala e dalla buca orchestrale salgono le ultime note degli accordi strumentali , ecco in quel momento rivivono gli spiriti dei “ grandi dell'opera “. Questo è il sentimento che provo ed ho provato ieri sera , come penso la maggior parte dei fortunati presenti,all'inizio dell'Opera da tre soldi.
Ero già preparato ad assistere a novità che per il mondo della lirica possono rappresentare elementi fondamentali di sopravvivenza in un periodo nel quale la crisi economica mondiale mette in discussione la maggior parte delle produzioni troppo onerose e dove si sente ormai da decenni la voglia di “ superare “ il melodramma con testi ed orchestrazioni più attinenti alle tematiche dei nostri giorni. Una quadratura del cerchio : produzioni snelle ed economicamente sostenibili, ricche di spunti tematici più aderenti alle vicende attuali ed in grado di offrire ai nuovi giovani interpreti possibilità di lavoro. In estrema sintesi questi gli obbiettivi del lavoro messo in scena a Livorno ed ampiamente raggiunti con un'unica precisazione fondamentale per non creare inopportuni “imbarazzi” ai numerosi melomani. Un chilogrammo non è più grande di un chilometro come la Tosca non è più bella dell'Opera da tre soldi !
Torniamo allo spettacolo : che gioia vedere alla direzione dell'Orchestra Regionale Toscana ( ORT) una donna ( Nathalie Marin ) sensibile e brava che ha unito le grandi competenze di ottima interprete del repertorio sinfonico operistico del Novecento storico alla grande conoscenza della musica contemporanea riuscendo a collegare ,sottolineare ed amplificare le suggestioni provocatorie delle denunce brechtiane . Un effetto reso possibile dal sinergico e produttivo lavoro realizzato con il regista David Haughton curando spartiti e sollecitando l'espressività mimica e canora di 21 giovani talenti selezionati con diverse audizioni svolte nel mese di luglio scorso nell'ambito del progetto LTL Opera Studio per la Stagione Lirica 2011-2012.
Scenografia minimalista ma estremamente efficace : grande telone-schermo sul quale vengono proiettate le geniali videoproiezioni realizzate dagli allievi del Corso le scenografie informatiche e multimediali per il teatro lirico , coordinato da Giacomo Verde che oltretutto contribuisce in modo semplice ed efficace allo “ straniamento brechtiano “ , due tavoli in legno con relative panche , qualche altro piccolo mobile ed alcuni costumi di scena . Poca roba , costi ridotti anche per il loro eventuale trasferimento ad altri teatri .
Loro , gli interpreti : tutti molto bravi , ma non voglio esprimere giudizi per singoli elementi , perchè la loro performance ha significato nella realizzazione corale, che è stata bella ed interessante .
Musica nuova , novità ed un testo che propone tematiche stringenti ed attualissime .
La nuova lirica ?