Bologna, teatro Comunale, “Phaedra” e “Les Illuminations” di Benjamin Britten, “Dido and Aeneas” di Henry Purcell
UN TRITTICO INSOLITO
Le parole della Phaedra, cantata drammatica per mezzosoprano e piccola orchestra (eseguita per la prima volta al Festival di Aldeburgh nel 1976, il compositore inglese morirà poco dopo), fu tratto da Britten dalla libera traduzione in inglese della Fedra di Jean Racine, ad opera di Robert Lowell. Breve e significativo il libretto britteniano in cui viene messa in primo piano la follia della protagonista, che affronta la passione colpevole per il giovane figlio del marito. La musica di Britten non mostra frenesia e l’ossessione di Fedra è ritratta con un luminoso e freddo motivo degli archi nel registro acuto e delle percussioni su un ritmo tremolante che suggerisce il battito cardiaco, le condizioni disperate del cuore della protagonista. Veramente brava il mezzosoprano canadese Nora Sourouzian. Una scenografia spoglia piena solo di leggii e spartiti gettati all’aria dalla folle regina ha accompagnato il canto, reso superbo dalle doti canore della protagonista, vestita di seta cangiante che avvolgeva quasi tutta la scena come il canto riempiva la sala.
Il secondo titolo di Britten, Les Illuminations, sono cantate per soprano e orchestra d’archi. Il titolo è tratto da un volume di poesie in prosa e in versi di Arthur Rimbaud. La parola illuminations suggerisce sia una visione mistica che un quadro brillantemente colorato, ed è così che lo vedono il regista Roberto Recchia e lo scenografo Stefano Iannetta, riempiendo la scena con proiezioni di immagini varie, violente, multicolori, magiche, suggestive... a volte troppo presenti, tali da far quasi scomparire la dolcezza e la crudezza di queste cantate. Che appaiono come intensamente originali e in molti luoghi oscure, come le visioni del mondo violento e sordido in cui viveva Rimbaud, ma al tempo stesso affascinante e orribile. Britten ha realizzato un ciclo con sette di queste poesie, sei in prosa e una in rima. Il tema ricorrente è l’arrogante grido dalla “Parade”, che appare nell’apertura (“Fanfare”) e nell’interludio, servendo così sia a legare tutta l’opera assieme, sia a ricordare all’ascoltatore la qualità visionaria dell’espressione di Rimbaud. Les Illuminations furono eseguite per la prima volta in modo completo a Londra nel 1940. In questa produzione bolognese sono state eseguite dalla bella voce del soprano Anna Clare Monk, con perizia e bravura.
Ha chiuso la serata il capolavoro per eccellenza di Purcell, “Dido and Aeneas”. Il filone conduttore Britten – Purcell, oltre all’origine inglese di entrambi, sta nell’ammirazione e nell’insegnamento che Britten ricavò da Purcell, da cui trovò gli insegnamenti e il segreto per rendere la lingua inglese viva. Dido and Aeneas venne rappresentato per la prima volta nel 1689 nel collegio femminile di Chelsea, traendo spunto dall’episodio dell’Eneide di Virgilio. Quest’opera è un unicum nella produzione teatrale di Purcell: una vera e propria opera, il primo melodramma inglese interamente cantato, fondendo la forma inglese con il modello francese di Lully. Capolavoro del teatro dell’opera, Purcell riesce in un tempo breve a concentrare in forme agili e scattanti un dramma umano di eccezionale potenza emotiva. Il libretto di Nahum Tate si discosta però leggermente dal dramma virgiliano, in quanto la regina di Cartagine non è abbandonata da Enea per volere degli dei, ma per il capriccio di forze maligne impersonate dalle streghe. La fonte classica viene perciò contaminata con una simbologia di evidente ascendente nordico che accentua la fiera nobiltà di Didone contrapponendola alla fatua debolezza di Enea. La vicenda però compare quasi come un pretesto: è la musica che fa da regina, lo stesso coro interviene solo a commentare gli avvenimenti senza mai prenderne parte.
La regia di Recchia recupera il mito della vicenda in tutto il suo splendore magico, abbandonandosi al gusto del caratteristico e del pittoresco, dando un’ampia lettura nelle ombre cinesi che fanno da sfondo, delegando a queste gli aspetti favolistici e soprannaturali, conservando la concretezza realistica nel mondo in carne e ossa.
Ottimo il cast: l’irlandese Paula Murrihy nel ruolo di Didone, la già menzionata Anna Clara Monk era Belinda, George Mosley ha interpretato Enea; da segnalare anche Gabriella Sborgi (seconda strega), Nora Sourouzian (Fattucchiera) ed Enea Scala (Marinaio).
Ottima prova del Coro e dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, diretta da Roberto Pilastri, sempre all’altezza della situazione. Una menzione particolare alla Compagnia Controluce che ha messo in scena il teatro di ombre.
Visto a Bologna, teatro Comunale, il 25 settembre 2007
MIRKO BERTOLINI
Visto il
al
Comunale - Sala Bibiena
di Bologna
(BO)