Lirica
ORFEO ED EURIDICE

Firenze, Teatro Comunale, “Or…

Firenze, Teatro Comunale, “Or…
Firenze, Teatro Comunale, “Orfeo ed Euridice” di Christoph Willibald Gluck   Orfeo di musica e armonia   Il mito di Orfeo è uno dei più affascinanti e frequentati della tradizione occidentale, focalizzato attorno a due elementi essenziali del destino umano, l’amore e la morte, necessari ed ineluttabili, a cui si aggiunge la componente “umanistica” della lotta contro il fato grazie allo straordinario potere della musica e della poesia.   L’ Orfeo ed Euridice di Gluck è il primo esempio di melodramma improntato alla teorie riformatrici, che saranno successivamente teorizzate dallo stesso compositore e dal librettista Calzabigi: ricondurre la musica al vero compito di servire la poesia, rappresentare con efficacia le emozioni senza interrompere l’azione con inutili ornamenti, perseguire una narrazione organica e fluente per raggiungere un dramma coerente e concentrato, fedele alle regole di unitarietà della tragedia classica, rifuggendo eccessi e capricci belcantistici, in nome di un rigore nobile e severo di stampo raciniano.   L’Orfeo ed Euridice in forma di concerto diretto da Riccardo Muti ha rispettato i dettami di semplicità, equilibrio, chiarezza, dando grande rilievo e varietà espressiva alla parola e ai recitativi. La direzione, improntata alla misura, consegue una perfezione strumentale dalle sonorità neoclassiche e composte, grandi arcate il cui ritmo si distende, varia, s’inarca con grande equilibrio e controllo, nel trapasso di sonorità dal forte al piano, nei contrasti dinamici e timbrici, nelle battute di arresto. L’orchestra risponde con precisione ai tempi e alle indicazioni del direttore e gli strumenti solisti, in particolare i flauti o il pizzicato degli archi, hanno il giusto rilievo, svolgendo un ‘ottima funzione descrittiva nelle pagine orchestrali dei balli delle furie e dei pastori.   Daniela Barcellona dipinge un Orfeo malinconico ed interiorizzato, la voce omogenea, dal bel timbro brunito, in cui spiccano toni gravi pieni e intensi, è caratterizzata da un fraseggio elegante ed incisivo, dai chiaroscuri rifiniti e misurati. La cantante rispetta i giusti accenti e le pause e segue con estrema attenzione il gesto del maestro. E, grazie a una dizione nitida dalle variate inflessioni, rappresenta in modo appropriato il Poeta per eccellenza. Nella scena dei Campi Elisi, pervasi da una delicata luce orchestrale, l’arioso “ Che puro ciel” è quasi un sussurro, come se il canto di Orfeo non volesse rompere la bucolica armonia e il clima di raccoglimento evocati dal flauto solista e in questo inno all’armonia la vibrante voce di Orfeo si fonde con la natura - zefiri, uccelli, ruscelli – descritta dall’orchestra. L’ideale di misura viene raggiunto anche nel rondò “Che farò senza Euridice”, che, epurato dell’aspetto trionfante e fuori luogo di certa tradizione interpretativa, rende con un attacco lentissimo la disperazione e l’infinito smarrimento. Andrea Rost ha ben sottolineato l’austera mestizia e la nobiltà di Euridice : voce non grande ma dalla linea di canto fluida e dai fiati ben controllati. Ottimo il duetto con Orfeo in cui le voci con vari accenti ed elegante fraseggio dialogano senza prevaricazioni e rendono tutto il pathos del momento. Julia Kleiter, con buona musicalità e piacevole timbro, ha disegnato un Amore intenso e non lezioso, particolarmente espressiva nella prima aria “ Gli sguardi trattieni” ben accompagnata dal pizzicato dei violini. Il coro del Maggio Musicale, diretto da Pietro Monti, particolarmente affiatato e ricco di colori e di armonici, ha svolto la parte attiva di personaggio, con intensa partecipazione e bellezza di suono. Lunghi e calorosi applausi per Riccardo Muti di nuovo a Firenze, pieno consenso alla protagonista e ali ottimi coro e orchestra. Visto a Firenze, teatro Comunale, il 29 aprile 2007 Ilaria Bellini
Visto il
al Maggio Musicale Fiorentino di Firenze (FI)