Sul palco del Teatro Comunale di Bolzano si allinea un'orchestra dal carattere particolare. E' qui per offrirci una versione per certi versi inedita della Nona Sinfonia di Gustav Mahler, sotto la direzione di Philipp von Steinaecker.
Si chiama Originalklang-Project (Progetto suono originale) una proposta che vede impegnato in prima linea il Centro Culturale Euregio di Dobbiaco ed il suo presidente Sigisbert Mutschlechner. Il suo scopo, ricostruire il suono dell'orchestra preparata e guidata da Mahler nel decennio (1897-1907) che lo vide direttore artistico dell'Opera di Vienna.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Un sogno utopistico? Anche no. Perché radunare un vasto strumentario eguale a quello in mano ai musicisti di allora, non è impossibile. Più facile di certo per gli archi, rimasti immutati; più difficile per altri strumenti, via via messi da parte a favore di nuove soluzioni tecniche. Ricoprendo quell'incarico Mahler, tra l'altro, rinnovò l'intero settore dei fiati della compagine viennese, selezionando il meglio del mercato.
E quell'eccezionale insieme ora è stato ricostruito per intero, reperendo con pazienti ricerche esemplari originali di quegli stessi manufatti, resi ora disponibili insieme ad altri strumenti dell'epoca, quali ad esempio due arpe – una Érard, l'altra Lyon&Healy - del 1900 circa, od i quattro timpani originali Schnellar del 1910. Che poi nella realtà non tutto fili liscio, lo dimostra questa sera l'infinita pazienza che il timpanista Marinus Komst deve usare per riaccordali di continuo.
Ricostruire un suono orchestrale di cent'anni fa
Questi strumenti sono ora nelle mani della Mahler Academy Orchestra, imponente formazione estemporanea che vede i giovani allievi dei corsi estivi della Mahler Academy di Bolzano esibirsi insieme ai loro professori. Tutti musicisti, questi ultimi, che escono dalle file di svariate orchestre europee di altissimo livello, quali la Camerata Salzburg, la Staatskappelle Dresden, i Wiener Symphoniker, la Filarmonica della Scala.
La fusione finale di tanti elementi diversi e di diverso livello, ottenuta con opportune prove, si rivela pressoché ideale: affiatamento e precisione ammirevoli; suono compatto, morbido ed avvolgente al tempo stesso; resa perfetta ed esaltazione di ogni singolo dettaglio strumentale.
Un grande poema funebre, per alcuni. Un canto elegiaco, per altri
La Nona Sinfonia, vertice assoluto e summa della produzione mahleriana, è una composizione problematica e profonda quanto pochissime altre. Alban Berg la vide come «l'espressione di un amore inaudito per questa terra, del desiderio di vivere in pace, e di poter godere sino in fondo la Natura in tutta la sua immensità, prima che giunga la Morte».
Percorsa da frementi venature espressive e da molteplici e reconditi significati allegorici, questa composizione possiede un tessuto di primitiva e barbarica ricchezza, disseminato per di più di grandi difficoltà tecniche. Probabilmente, la più 'letteraria', complessa, profondamente interiore composizione di Mahler.
Immerso nel passato, proiettato nel futuro
Bruno Walter, amico e grande interprete di Mahler – ne diresse a Vienna nel giugno 1912 la prima esecuzione - lo definì un «un essere tormentato, con lo sguardo proiettato nel futuro, ma il cuore immerso nel passato». Tanta grandezza epica, tanta tragicità, tanto impeto cosmico si trasferiscono pari pari nella Nona, e trovano appropriato rilievo grazie alla meditata direzione di von Steinaecker, e ad una concertazione di ammirevole tensione espressiva.
Meticolosa cura del fraseggio, chiarezza espositiva, puntigliosa attenzione ai rilievi timbrici, ricercata esposizione d'ogni singolo frammento musicale, equilibrato dosaggio delle sonorità, dominio della complessa partitura – diretta a memoria, per inciso - trovano per di più buona sponda nell'abbraccio della Mahler Accademy Orchestra, per un risultato d'eccellenza.