Atmosfera di festa al Ponchielli per la prima di Otello, con la Fanfara provinciale dei Bersaglieri, diretta da Marco Nolli, che accoglie il pubblico all’esterno del teatro, davvero gremito di gente, giunta per celebrare il ritorno del titolo verdiano sul palcoscenico cremonese dopo più di quarant’anni di assenza.
A firmare scene e costumi Leila Fteita che, accanto ad abiti di foggia tradizionale, propone un allestimento estremamente essenziale e lineare: una piattaforma circolare con cinque gradini, di cui i primi tre girevoli, posta al centro del palcoscenico, drappi bruni dotati di tre aperture, dalle quali filtra sovente una luce dai colori caldi, a fare da sfondo e un leggero telo, nero e trasparente, che cala svolazzando periodicamente sulla scena, memento foriero di tragedia. Pochi gli elementi di arredo, un seggiolone a braccioli e due lampadari nel terzo atto, un broccato rosso che pende dal soffitto e si adagia sui gradini a simboleggiare il talamo nuziale nel quarto. La gradevolezza dell’insieme, soprattutto nell’ultimo atto, è innegabile, anche se in alcuni momenti il ruotare della pedana non si rivela sempre perfettamente funzionale all’azione e la regia di Stefano De Luca, seppur rispettosa del libretto, pecca di una certa staticità, sia per quanto concerne i protagonisti, sia per quanto riguarda le masse.
Walter Fraccaro è un Otello credibile, accecato dall’ira e dal temperamento a tratti violento: l’emissione, nonostante qualche forzatura di troppo specialmente in acuto, è di fatto ben sostenuta e calibrata dalla prima all’ultima battuta. Grande presenza scenica per Alberto Gazale nei panni di uno Jago maligno e dal sogghigno vagamente demoniaco, vero fulcro dell’azione drammatica; il timbro gradevole e la linea di canto ricca di sfumature fanno facilmente dimenticare qualche leggero calo di intonazione. Appassionata e particolarmente toccante, soprattutto nel finale, la Desdemona di Daria Masiero dotata di una voce piena, rotonda, solida in acuto e vibrante nelle mezze voci, perfettamente adeguata alla parte. Scenicamente un po’ rigido, sebbene vocalmente adeguato, invece, il Cassio di Giulio Pelligra. Con loro Saverio Pugliese (Roderigo), Alessandro Spina (Lodovico), Antonio Barbagallo (Montano), Raffaella Lupinacci (Emilia), Luca Vianello (Un araldo).
Sempre finalizzata a una perfetta sintonia tra buca e palcoscenico la direzione dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali del maestro Gianpaolo Bisanti, sempre attento a sottolineare con una potenza non indifferente i momenti drammatici, ma altrettanto abile nell’evidenziare quelli intimistici e riflessivi con una sensibilità non comune.
Ottima la prova del coro del Circuito Lirico Lombardo, ben preparato da Antonio Greco, che si mostra precisissimo negli attacchi e perfettamente coeso nel suo insieme.