Prosa
OTTOCENTO

Bucci e Sgrosso: un raffinato distillato dell’800

Ottocento
Ottocento © Umberto Favretto

Solo due attori, ma anche registi e drammaturghi, di straordinario talento quali Elena Bucci e Marco Sgrosso erano in grado di inanellare una serie di pietre preziose in una drammaturgia coerente e coinvolgente.

Impresa sicuramente ardua quella di portare in scena un intero secolo, soprattutto quando il secolo in questione è l’800, ricchissimo di storia, letteratura, arte, musica, passioni e protagonista della nuova produzione del Centro Teatrale Bresciano.

L’essenza dei capolavori in una drammaturgia coinvolgente

Solo due attori, ma anche registi e drammaturghi, di straordinario talento quali Elena Bucci e Marco Sgrosso, erano in grado di evitare il pastiche e inanellare una serie di pietre preziose in una drammaturgia coerente e coinvolgente. I due riescono a distillare i capolavori dell’800 restituendocene l’essenza più pura.

Due personaggi di fantasia, i commoventi e stralunati Giovacchino e Clotilde, si ritrovano per caso in un misterioso palazzo che si rivelerà essere una sorta di biblioteca delle emozioni, all’interno della quale avranno modo di immedesimarsi tra gli altri in Emily Dickinson, Emily Brönte, George Sand, Dostoevskij, Mary Shelley, oltre alle grandi eroine infelici quali Madame Bovary, Anna Karenina e Margherita Gautier, quest’ultima trasfigurata nella Violetta Valery della Traviata di Giuseppe Verdi, che a lei si ispira.



Il racconto si dipana con estrema fluidità, presentando una serie di ritratti tanto efficaci quanto incisivi. Un momento topico è il breve assaggio di Casa di bambola, combattuti tra la voglia di rileggere al più presto l’integrale ibseniano e allo stesso tempo appagati per averne colto in quel breve accenno tutta la profondità.

Regia raffinata e recitazione impeccabile

Accurato come sempre l’impianto registico che crea sinestesie raffinatissime: i testi ottocenteschi sono accompagnati da musiche del ‘900, a parte un paio di incursioni verdiane e il Peer Gynt di Grieg. Da segnalare il geniale abbinamento tra le fredde e nevose atmosfere di Cechov e le musiche africane suonate dal Kronos Quartet. Essenziale ma efficace l’impianto scenico che si avvale di alcune videoproiezioni impreziosite dall’eccellente disegno luci di Loredana Oddone.

Bravissimi come sempre Elena Bucci e Marco Sgrosso che, con grande versatilità, riescono a immedesimarsi in personaggi spesso antitetici tra loro e a restituirne la natura più vera e più intima.

Visto il 12-04-2018
al Santa Clara di Brescia (BS)