Danza
OURS / PLEASE ME PLEASE

Quando la forma si fa contenuto

Quando la forma si fa contenuto

Nell’ambito del Gender Bender Festival, lunedì 2 e martedì 3 novembre all’Arena del Sole sono andati in scena Ours, coreografia e colonna sonora Idan Sharabi e  Please Me Please, coreografia di Liat Waysbort.   
Idan Sharabi, uno degli autori più interessanti della scena israeliana contemporanea presenta un piccolo capolavoro coreografico nato da un’indagine sul tema dell’abitare; Sharabi ha trascorso gli ultimi 4 anni del suo lavoro di coreografo ad esplorare il concetto di “casa”, giungendo alla conclusione che ognuno interpreta il concetto di “casa” in modo diverso, ognuno di noi si percepisce come il riflesso della propria casa. La casa contiene la nostra lingua, la nostra famiglia, la nostra occupazione, il nostro amore, ciò che siamo.
Partendo da questa ricerca, il processo creativo di Sharabi lo ha portato a riconoscere l’urgenza di trovare una nuova casa anche sé e per il suo partner artistico Dor Mamalia: Ours (n.d.t: nostro, pronome possessivo) è la loro piccola opportunità di trovare insieme la loro casa e di condividerla immediatamente con il pubblico. Infatti i due performer vivono il palcoscenico come se fosse la propria casa, spazio privato da condividere con il pubblico.
Sulle note di Joni Mitchell, in Ours i due interpreti esplorano e sperimentano  lo spazio e le forme alla ricerca dei possibili significati del concetto di “casa”:  Sharabi de-costruisce la bellezza della forma e del movimento, facendosi portavoce di una danza in cui la consapevolezza della tecnica si coniuga con la potenza dell’espressione, dando vita ad una scrittura visuale ed emotiva in cui il quotidiano diventa qualcosa di stra-ordinario e in cui momenti ironici e autoironici si alternano sapientemente a momenti di forte impatto visivo e di struggente bellezza – per esempio quando nell’interazione tra i due corpi si alternano momenti di scontro violento a momenti di tenera intesa e infinita dolcezza, dove uno schiaffo si trasforma impercettibilmente in una carezza.

Classe 1984, il coreografo e danzatore  Idan Sharabi si forma presso la Thelma Yellin e la Juilliard School, e danza per il Netherlands Dans Theater e per la Batsheva Dance Company. Dopo aver girato il mondo e aver vinto numerosi premi internazionali, nel 2012, Sharabi viene scelto per essere uno dei nove giovani artisti promettenti d'Israele da American Express. Grazie al sostegno fonda la compagnia Idan Sharabi & Ballerini, creando diverse opere per il gruppo, ospitate in numerosi festival internazionali in Svezia, Danimarca, Canada, Italia, Olanda, Russia e Israele. “Ours” è lo spettacolo vincitore del premio Copenhagen International Choreography Competition 2014, (Copenhagen, Danimarca, aprile 2014)
Con una forte formazione classica, Sharabi ha interiorizzato e rielaborato la lezione di Forsythe,  creando sul palco attimi di rinnovato, intenso e contemporaneo virtuosismo. La padronanza delle tecniche dei due danzatori unita a una buona dose di narcisismo e a corpi armonici e allenati fanno di Ours, un connubio perfetto tra danza formale ed espressione emotiva, in cui la forma si fa contenuto e l’intesa tra i due danzatori è forte e palpabile.

Please Me Please, coreografato da Liat Waysbort, olandese d’adozione e israeliana d’origine, e interpretato dal danzatore Ivan Ugrin, è un lavoro di ricerca dinamico, fresco e a tratti assurdo.
In Please Me Please si assiste in scena alla progressiva e stupefacente trasformazione del protagonista da uomo a donna, da soggetto attivo che desidera a oggetto di desiderio, da ballerina a pornostar, con l’unico obbiettivo di piacere al pubblico. In questo lavoro il tema della trasformazione è centrale, e viene affrontato con lucidità e voluta ambiguità dalla coreografa, che affida al corpo e all’intelligenza del performer il compito di attraversare e declinare significati e sensazioni diverse.

In scena il danzatore con il suo corpo e il suo movimento, pronto a creare molteplici immagini/storie per rispondere al bisogno di soddisfare il desiderio dell’altro: è un uomo, è una donna, è una ballerina, è una pornostar, è ciò che serve. Si muove in modo spregiudicato attraverso provocazioni estreme, gioca con le certezze del pubblico che lo osserva, cerca deliberatamente di mettere in discussione ciò che si prova o si pensa di fronte al suo agire, al suo essere: è un continuo spiazzare e far vacillare le certezze e le convinzioni del pubblico. A tratti suscita simpatia, a tratti antipatia, provoca continuamente: tutti i cambiamenti che avvengono nel suo corpo e nei suoi movimenti innescano reazioni diverse e spesso contraddittorie.
Il potente ed efficacie “vocabolario” fisico del performer e la forza e l’intensità del suo sguardo inducono il pubblico a riconsiderare continuamente quello che pensa o crede di vedere.
Il suo agire genera rispetto, ammirazione, smarrimento e provocazione al tempo stesso, ma soprattutto sfida il pubblico a guardarsi dentro, a dire ad alta voce la verità, a fare i conti con se stessi.

Liat Waysbort, coreografa isrealiana, ha iniziato la sua carriera come danzatrice nella BatSheva Dance Company a Tel-Aviv, per poi completare i suoi studi in composizione coreografica in Olanda, a Rotterdam.
Inizia nel 2005 la sua carriera creativa presso il Dansateliers di Rotterdam, che la accompagna nelle prime creazioni. I suoi lavori sono stati portati in scena da compagnie come Conny Janssen Danst, Dansgroep Amsterdam e The Meekers, e presentati in numerosi festival internazionali.

Please Me Please è un lavoro irriverente, ironico e intelligente, forse mancante di emozione ma organico ed efficace.
 

Visto il 03-11-2015