Musica
PAOLO CONTE IN CONCERTO

Paolo Conte in concerto, un classico sempre nuovo

Paolo conte
Paolo conte © Valeria Bissacco

Ogni concerto di Paolo Conte è, per i suoi fedeli aficionados, un irrinunciabile rito. E puntuale ad ogni nuova proposta discografica, sia essa una raccolta di vecchi brani, un live o un disco di brani inediti, arriva l'immancabile tour di concerti.

Ecco dunque che il cantautore astigiano, ad un mese dall’uscita di “Psiche” e a due settimane dall’uscita dell’antologia “Tutto Conte-Via con me”, torna, più affidabile di un uccello migratore, a calcare uno dei suoi palcoscenici preferiti. Concerti in compagnia dei suoi valenti musicisti e di un pubblico che non si stanca mai di ascoltarlo proporre e riproporre i suoi grandi successi. 

Il segreto di un simile successo, costante ed immutato nel tempo, sta non solo nell’indiscutibile qualità dei brani, ma anche nel costante lavoro di cesello con il quale i suoi classici vengono di volta in volta modificati nell’arrangiamento, creando nuovi effetti e regalando rinnovate emozioni. Le novità di quest’anno sono la presenza in quasi tutti gli arrangiamenti del violino virtuoso di Piergiorgio Rosso e di un sintetizzatore, quest’ultimo usato con parsimonia, quasi con pudore verrebbe da dire, da parte di un ensemble di artisti straordinari che già adopera mirabilmente una quindicina di strumenti diversi.

Dell’ultimo di album di inediti Conte e la sua orchestra propongono solo una manciata di brani, inseriti con discrezione più che con timidezza in un programma in cui non possono mancare i brani più amati, da "Via con me", riproposto come da tradizione anche come bis di chiusura, a "Sotto le stelle del jazz", da "Max" a "Genova per noi", da "Come-di" a "Diavolo Rosso". 

Una segnalazione particolare la merita uno dei suoi brani più conosciuti, "Bartali", per l’occasione proposto in una nuova veste: il pezzo si apre e si chiude infatti su un ritmo lentissimo, quasi immobile, ipnotico, a dipingere efficacemente quel silenzio, quella fissità che precede e segue il rapido passaggio, in un turbine di polvere, di un gruppo di scalmanati ciclisti tra i quali si intravede, come un miraggio, “..quel naso triste da italiano allegro..”. 

Per Paolo Conte ogni canzone dipinge uno stato d’animo e ogni stato d’animo ha una sua tonalità di colore, non solo musicale. Il sapiente uso delle luci ha aggiunto ulteriore fascino al suo volto arcigno e agli impeccabili smoking dei suoi fedeli compagni di viaggio. Sala gremita e pubblico in delirio. Come sempre.

Visto il 14-10-2008
al Smeraldo di Milano (MI)