Musical e varietà
PARIS SPLEEN

Benvenuti nel mondo della fol…

Benvenuti nel mondo della fol…
Benvenuti nel mondo della follia e del divertimento. Benvenuti all’Inferno! Questa è l’accoglienza che ci riservano gli Ataraxia; questo è l’invito a partecipare ad una festa speciale, ricca di colori e di luci abbaglianti ma, allo stesso tempo, pervasa di orrido e di atmosfere macabre. Il gruppo italiano, che dal 1990 seduce e incanta il suo pubblico con album e concerti all’insegna della musica gotica e del folk-medievale, ha proposto, in anteprima assoluta al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia, uno spettacolo entusiasmante e di grande valore artistico. “Paris Spleen” nasce dalla collaborazione con la compagnia drammaturgica The CircuZ KumP, un gruppo di musicisti dall'indole zingara, nati ad Alessandria, Budapest, Edimburgo, Arles, San Pietroburgo, Versailles e Venezia. Tutti insieme per omaggiare il padre de “I Fiori del Male”, Charles Baudelaire, nonché i decadenti chansonnier francesi e gli artisti di strada che il poeta maledetto amava e lodava. Ne risulta un “Folksy Horror Music Show”, un cabaret catacombale basato sul teatro dei freak di inizio ‘900, nella Parigi delle fiere e dei luna-park, dei fenomeni da baraccone, degli illusionisti e della musica circense. Lo spettacolo è diviso in due parti: la prima è dedicata al divertimento più puro e infantile, in cui danze allegre, performance di giocolieri e di buffoni, affascinanti cartomanti e personaggi mascherati catturano l’attenzione di chi li osserva e donano al pubblico l’illusione di poter brindare con un buon bicchiere d’assenzio, comodamente seduti in uno dei tavolini, accompagnati dalla splendida voce di Madame Bistouri (Francesca Nicoli) e dalle note incalzanti suonate dai musici (Vittorio Vandelli, Giovanni Pagliari, Riccardo Spaggiari); la seconda parte, invece, crea una situazione più sinistra e dai risvolti terribili e sanguinari: i protagonisti della scena sono clown-macellai di uomini e donne, collezionisti di arti e di occhi umani, che, solo per pochi istanti, hanno toccato e visto da vicino la bellezza della festa a cui partecipavano. Gioia e spensieratezza escono di scena per fare spazio alla sete di sangue e alla ferocia pazzia di tagliagole e assassini. Ed ecco che le note di “Tango Des-Astres”, “Ou vont les Chiens?”, “Petite Chanson Lycanthrope” e “N’importe Ou!” ci riportano alla memoria geni quali Brecht, Diamanda Galas, Kurt Weill, Jill Tracy. Tutte le canzoni sono tratte dall’ultimo album della band, “Paris Spleen”, frutto di due anni intensi di lavoro e di ricerche nell’ambito della tradizione musicale francese. Con gli Ataraxia rivive lo spirito delle melodie popolari, in un susseguirsi geniale di brani surreali, grotteschi o poetici, spesso accompagnati da strumenti quali la fisarmonica, le percussioni, il trombone, il basso, i piatti, il violino. In un’ubriacante girandola di personaggi e situazioni, Madame Bistouri ci guida alla scoperta di un mondo maledetto, un girone infernale di gente malinconicamente sorridente. Il pubblico si lascia trasportare nel magico Boulevard de Cluchy e, piacevolmente, viene avvolto da un’atmosfera tenebrosa di colori innaturali, dove ogni maschera, dramma, gesto e lacrima si trasforma in un’amplificata rappresentazione della vita, al confine tra illusione e realtà. Non si può certo dire che gli Ataraxia siano carenti di originalità e inventiva. Francesca e compagni amano sperimentare e rielaborare le tradizioni. Una perla, questo “Paris Spleen”, che brilla nella già luminosa carriera della band emiliana. Da lodare l’impegno e il duro lavoro compiuto dall’Associazione culturale “La RoseNoire”, affinché questo bellissimo e suggestivo spettacolo potesse svilupparsi e avere vita in un teatro vero e proprio, curando suoni, effetti speciali ed equipaggiamento tecnico. La scenografia, gli accessori e le decorazioni sono il frutto della fantasia e del gusto degli Ataraxia, i quali hanno posto l’attenzione ad ogni piccolo dettaglio, per regalare agli spettatori presenti in sala la sensazione di rivivere e partecipare attivamente alla macabra festa parigina. I cantanti-attori sono riusciti a giocare a livello artistico nella resa espressionistica degli effetti devastanti e allucinatori dell'angoscia esistenziale, senza mai cadere nel banale o nella noia. Da sottolineare la bravura e la simpatia di Livio Bedeschi nel ruolo di Paul Patchy, il cosiddetto “gran maestro di cermonie del cabaret L’enfer”, sempre presente sul palco, a divertire o ad importunare la bella e misteriosa Madame Bistouri e gli altri partecipanti a questo grande circo dell’orrore. “Paris Spleen” non è rivolto solo ad un pubblico d’èlite. I suoi contenuti e la sua intelligente semplicità giungono immediatamente alla comprensione e alla sfera emotiva di ciascuno di noi. Perché ogni uomo e ogni donna ha, nella propria vita interiore, quell’inettitudine e quel disagio che è lo “spleen” baudelaireiano. Un dannato freak-show da applausi e risate. Teatro Dadà, Castelfranco Emilia (MO), 1 dicembre 2007.
Visto il
al Dadà di Castelfranco Emilia (MO)