Prosa
PENSACI, GIACOMINO!

Benpensante o adulto responsabile? Pensaci, Giacomino!

Leo Gullotta
Leo Gullotta

Rappresentata per la prima volta nel 1916, la pièce pirandelliana "Pensci, Giacomino!" continua ad imporsi per attualità di contenuti ed energia. Intensa performance di Leo Gullotta.

Rappresentata per la prima volta al Teatro Nazionale di Roma il 10 luglio 1916, la pièce pirandelliana Pensci, Giacomino! continua ad imporsi per attualità di contenuti ed energia della costruzione drammaturgica, orientandosi in questa edizione verso un’appassionata apologia del dialogo intergenerazionale.

Una celebre inchiesta pubblicata in occasione del 150° dalla nascita di Luigi Pirandello proponeva provocatoriamente l’eventualità di un “rottamazione” della produzione drammaturgica del Nobel agrigentino, ipotizzando una progressiva inattualità della stessa. In effetti la classica vicenda della giovane di umili origini, sedotta e per questo ripudiata dalla famiglia d’origine, motore dell’azione, appare in parte (e per fortuna) superata, per cui la regia di Fabio Grossi sceglie bene di collocarla nell’Italia postbellica del miracolo economico, suggerendo una collisione tra convenienze economiche, idillio borghese e apparenze pubbliche, tuttora operante: «un’audace denuncia... ancor oggi efficace per modi e valori».

“Pensaci, Giacomino!” e l’umanità solidale del prof. Toti

Maschera nuda della situazione, in un intreccio che procede per svolte improvvise, Leo Gullotta sceglie di conferire nuovo lustro ai panni usurati del professor Toti - anziano non domo dei tempi moderni, «uomo certo avanti negli anni, ma non spento, tanto egocentrico quanto anticonformista e autentico paladino dei valori». L’intensa performance conquista favori con l’immediato contatto empatico e dona varietà di accenti all’ampia gamma di sentimenti, ai mutevoli umori di un uomo che, sulla soglia finale di un’esistenza incolore priva di gioie significative, decide di riscattarsi tramite una scommessa paradossale.


Il piano, che prevede il matrimonio con una donna molto più giovane per gabbare lo Stato, assicurandole un trattamento pensionistico a vita, si sposa a perfezione con l’urgenza di fornire un padre legale al bambino nascituro di una coppia di giovani fidanzati rinnegati dai rispettivi familiari. Aggirato il rischio della didascalia moralistica, la snella revisione forza l’impianto strutturale del testo, dilata la tradizionale dialettica pirandelliana puntando sul clima affettuoso caldeggiato dall’anziano professore nel nuovo nucleo allargato, sull’attuazione di scelte etiche responsabili come modello da tramandare in eredità.

Una rilettura in direzione dei giovani

L’arido intellettualismo rimproverato al lavoro in celebri stroncature (tra gli altri, Antonio Gramsci vi individuò «uno sfogo di virtuosismo, di abilità letteraria di luccichii discorsivi») si stempera in una versione che affida grande rilevanza alla purezza dell’infanzia che qui si vuol proteggere. Lo ricordano gli enormi orsacchiotti di peluche di cui abbonda l’anticonvenzionale salotto di casa Toti, dove l’eroe combatte in solitario la battaglia contro le ipocrisie di turno: le dicerie della gente, il conflitto tra coscienza individuale e maschera sociale, l’abdicazione al ruolo genitoriale in nome dell’utile immediato (efficaci nel ruolo dei suoceri Valerio Santi e Rita Abela), la falsità di chi usa la religione per ammantare i propri interessi.

Mostri sociali quasi inestinguibili sempre in scena in senso fisico, attraverso le gigantografie mobili ispirate ai volti inquietanti di E. L. Kirchner; i riferimenti critici evocati dal ricorso all’espressionismo tedesco proseguono con l’uso di violenti contrasti policromi usati pure per caratterizzare il triplice orlo di una scenografia che si apre come uno squarcio sugli interni borghesi. Le musiche, composte per l’occasione da Germano Mazzocchetti su liriche di Pirandello, ricordano antiche ballate popolari e s’intonano bene con l’abbrutimento morale del contesto, solo in parte riscattato dai vagiti finali del bambino cui si tenta di garantire una vita migliore.

Visto il 30-10-2018
al Verga di Catania (CT)