Sognando Pessoa: atmosfere simboliste all'orizzonte
Nelle acque del Pacifico meridionale, a nord-est dell’Australia, si sviluppa la più grande barriera corallina e poco distante dal litorale di Townsville si trova Orpheus Island. Se Pessoa visse una parte della sua infanzia in Sudafrica non sappiamo se fosse a conoscenza di quest’isola e forse sarebbe stata la patria immaginaria che sogna il protagonista del dramma “Il marinaio”, portato in scena da Agatino Di Martino. E non sappiamo neanche se il poeta portoghese avesse scelto intenzionalmente di riportare in calce al testo la data di stesura che casualmente coincide con la scoperta dell’America, scritto in una sola notte tra l’11 e il 12 ottobre del 1913, quattrocento anni prima che un altro marinaio approdasse sul nuovo continente. Ricostruzioni a posteriori della critica letteraria o semplici coincidenze?
La Saudade
Eppure negli stessi anni Pessoa si dedicava allo studio della “saudade”, la famosa nostalgia malinconica portoghese, tradotta da Tabucchi con il dantesco “disio” in bilico tra lo sguardo verso il passato e le aspettative del futuro e si lasciava suggestionare dalle magiche atmosfere preraffaellite e simboliste. Il regista Di Martino dispone le tre vegliatrici in tableaux vivants che ricordano Lady Lilith di Gabriel Dante Rossetti e Le bisce d’acqua di Gustave Klimt per accompagnare un testo onirico e a tratti sfuggente, carente di un’interpretazione narrativa affabulatoria che potesse ricreare quella sospensione poetica a metà tra il sogno e la veglia.
Protagoniste di un sogno, sognano un marinaio che si era perduto in un’isola lontana e che a sua volta sogna la patria da cui proviene, tanto da rimanere prigioniero delle proprie fantasie, dimenticando i contorni reali dei luoghi dell’infanzia. La finestra proiettata sullo sfondo ricorda che la luce dell’alba metterà fine alla suggestione, che il mondo di nebbia e schiuma marina si dissolverà, ma una delle vegliatrici aveva già avvertito lo spettatore all’inizio del dramma: “male è non dimenticare la presenza metafisica nella vita reale”.