Due ore filate di spettacolo con un ritmo incalzante, canzoni di Modugno a raffica cantate con voce particolarmente ispirata accompagnate dalle musiche eseguite dal vivo da due chitarristi eccezionali.
Beppe Fiorello dopo il successo in Tv della fiction su RaiUno “Volare-La grande storia di Domenico Modugno” non ha più lasciato il personaggio del famoso cantante (finto sicilano) che vinse il suo primo Festivaldi Sanremo con “Nel blu dipinto di blu” la canzone che lo portò ad ottenere enorme popolarità in Italia e nel resto del mondo, con due Grammy Awards, tre dischi d’oro e ventidue milioni di copie vendute.
Per lui Modugno è divenuto un lume tutelare che gli permette, ora in teatro con Penso che un sogno così..., di rivisitare la propria infanzia nella Sicilia di quegli anni.
Il palcoscenico, trasformato in un fantastico lettino da psicanalisi dove con un magico gioco di echi psicologici Beppe Fiorello in maniera magistrale e sentita fa riemergere i personaggi chiave della propria infanzia, è il ponte interattivo verso il pubblico presente in sala che avverte la presenza reale del padre del piccolo Beppe ( il brutto anatroccolo tra i fratelli Fiore) coinvolgendo ogni singolo spettatore in un personale confronto padre-figlio.
Il palcoscenico, trasformato in un fantastico lettino da psicanalisi dove con un magico gioco di echi psicologici Beppe Fiorello in maniera magistrale e sentita fa riemergere i personaggi chiave della propria infanzia, è il ponte interattivo verso il pubblico presente in sala che avverte la presenza reale del padre del piccolo Beppe ( il brutto anatroccolo tra i fratelli Fiore) coinvolgendo ogni singolo spettatore in un personale confronto padre-figlio.
Vittorio Moroni insieme a Beppe Fiorello nello scrivere il testo di questo spettacolo sembra che abbiano ricordato il viaggio dantesco: Beppe Fiorello è Dante, Virgilio è Modugno, nei vari gironi ritroviamo parenti, amici, personaggi caratteristici del paese natale in Sicilia. Fiorello incontra e parla con se stesso bambino, ride della sua timidezza, ormai superata, e quasi ci offre su un piatto d'argento la chiave di lettura del proprio personale successo artistico dove i due artefici principali sono: il padre e le canzoni di Domenico Modugno.
Due ore filate di spettacolo con un ritmo incalzante , canzoni di Modugno a raffica cantate con voce particolarmente ispirata accompagnate dalle musiche eseguite dal vivo da due chitarristi eccezionali: Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma . Le scene di Patrizia Bocconi evocano modernità ed interattiva e coordinata ricerca nel cuore e nella mente di Fiorello e del pubblico di un mondo che scorre temporalmente, ma si riaccende con visioni oniriche evocate dalle struggenti parole e musiche delle canzoni del Mimmo nazionale. Giampiero Solari ha assolto egregiamente l'arduo compito di razionalizzare in scena tanta emotività incalzante ed evanescente con una regia competente ,meticolosa e fantasiosa.
Teatro pieno all'inverosimile, applausi a scena aperta, canzoni intonate o partecipate anche dal pubblico ritmando le musiche con le mani. Insomma un successone dove la bravura ed il sentimento dimostrano che ancora oggi la fanno da padroni. Per lo meno in teatro!