Prosa
PEPERONI DIFFICILI

La felicità &egrave…


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La felicità è nelle piccole cose. O nelle piccola cAse? E' il 'dilemma' del momento in paradiso, nello spot pubblicitario di un noto brand di caffè. Un gioco di parole che un po’ riassume altre dinamiche, familiari e amicali, di un singolare gruppo di amici, di cui alcuni in 'odor di santità' almeno all'apparenza.

Lo sfondo qui è però più reale e concreto: la canonica di Giovanni, parroco di un non ben precisato  paesino di provincia. L'energico ed entusiasta sacerdote, che ha sempre parole di incoraggiamento per amici e parrocchiani, riceve la visita inaspettata di sua sorella Maria, di ritorno da una missione in Africa. Il suo arrivo però risveglia anche sentimenti sopiti in Pietro, un analista finanziario spastico ma stranamente inconsapevole della sua condizione, protettivo nei confronti del fratello Filippo, incapace di rassegnarsi all'idea che la moglie l'abbia lasciato per il postino.
Nessuno dei quattro, tuttavia, riesce a gioire con poco. Anzi. E la casa di Giovanni, con la cucina piccola ed essenziale, si fa teatro di quattro storie, ciascuna con i suoi drammi. Anche se quelli dall'impatto maggiore sono di Maria, che dischiude un bagaglio molto pesante davanti ai tre uomini, fatto di esperienze drammatiche ma anche di verità assolute e lapidarie. Tanta 'trasparenza' non è facile da digerire però, come quei peperoni, i 'momonguaieghè', dalla preparazione lunga e complicata che, nonostante tutto, non verranno neanche mangiati nella cena di benvenuto in suo onore.

Lo spettacolo, scritto e diretto da Rosario Lisma, racconta di verità stra-note ma soprattutto della 'verità' in senso assoluto, che "non ha paura del vero significato delle cose" e che taluni pretendono di raccontare nuda e cruda, in virtù di un purismo estremo, ingiustificato in certe circostanze: perchè ripetere all'infinito ad un malato che lo è? Equivale a essere onesti e limpidi sempre, nella cattiva come nella buona sorte? Non è forse più cattivo lasciar credere che, nonostante imperfezioni e infermità, ci sia comunque la speranza di poter vivere l'amore e la vita come gli altri, quando poi all'atto pratico si fa marcia indietro? I 'salutisti dei sentimenti', forse inconsapevolmente ipocriti nei loro proclami - sembra dire lo spettacolo - dovrebbero essere meno assoluti nei giudizi, soprattutto perchè piccole bugie potrebbero talvolta fare più bene e non male. E se lo dice un prete, messaggero di Dio in terra, una ragione ci sarà. 

Piacevole, nello spettacolo, la delicata semplicità con cui si racconta tutto questo: una storia come tante, dall'intreccio particolare ma non esageratamente complicato, con personaggi ben disegnati e autenticamente simpatici e naturali, quasi non fossero attori ma persone comuni. Come se fossimo noi, alle prese con dubbi, mediocrità, paure ed emotività. Ancor più importante da sottolineare è che il tutto è affrontato con toni leggeri e divertenti: si ride con poco, di situazioni paradossali anche nella nostra quotidianità, senza diventare mai banali. Molto ben affiatati i quattro interpreti: deliziosa Anna della Rosa ma una menzione particolare va a Ugo Giacomazzi, spassoso fino alle lacrime e meno superficiale di quanto si possa credere.

Visto il 24-07-2015