La favola di James Matthew Barrie, torna a rivivere in questa produzione tutta italiana.
Peter Pan diventa musical e ci regala una grande emozione, perfetta da mettere sotto l’albero di Natale.
Il ragazzino che non voleva crescere accompagna i suoi piccoli amici all’Isola che non c’è. Qui scoprirà emozioni tutte umane e alle quali non ci si può sottrarre se si decide di vivere, e dunque di crescere. La contrapposizione tra il mondo innocente dell’infanzia e quello empio degli adulti. Il valore della famiglia, la necessità di crescere e affrontare i problemi della vita.
Fino a qui la storia, che per fortuna, come tutti sanno, ha un lieto fine. Ma questa pièce è di più, molto di più!
Le musiche di Bennato passano pennellate di colore sul racconto. Ne accelerano il ritmo, lo rendono fruibile agli spettatori di tutte le età.
Gli effetti speciali, invece di proiettarci in un futuro freddo e omologato, ci restituiscono, forte più che mai il gusto del fantastico. Così la fatina Trilli, realizzata attraverso un raggio laser, diventa ‘viva’ e ci mostra, coinvolgendoci e toccandoci il cuore, le sue emozioni, finanche il dolore e il senso della morte.
L’imprinting di Arturo Brachetti, che cura la direzione artistica del musical, si respira in scena. Si avverte la sua miscela esplosiva fatta di dinamicità, magia, tempi teatrali che aumentano in crescendo come l’emozione che suscita nello spettatore.
E la platea sogna, gioisce, canta sulle note di Bennato come fosse a un concerto rock, poi, su tutto, si alzano le voci dei più piccoli che dalla sala urlano all’unisono ‘noi crediamo nelle fate!’ per salvare la povera Trilli dalla morte.
La favola di Peter Pan è nota a tutti. Fate, Pirati, Bambini sperduti. Non poteva mancare l’eterna rappresentazione del bene e del male, e il male è lui: Capitan Uncino! Claudio Castrogiovanni, che ne veste i panni, ci regale un’interpretazione perfetta, unica, varrebbe da sola uno spettacolo a parte.
Manuel Frattini lo avevamo già apprezzato in Pinocchio, ma per Peter Pan non si poteva pensar ad altri che a lui. Frattini è Peter. È Petr Pan nella voce, nei gesti, lui è Peter Pan nei pensieri. Bravissimo!
Il progetto scenografico di Rinaldo Rinaldi e Maria Grazia Cernetti è imponente e avvolgente. Lo spettatore se ne sente parte integrante, soprattutto quando i personaggi sbucano a sorpresa dalla platea per raggiungere il palcoscenico passando e tra i cori di ‘ohhhh’ del pubblico più giovane.
I costumi sono incantevoli e i due indossati da Capitan Uncino sono straordinariamente eleganti, raffinati e preziosi.
Le coreografie, incluse quelle aeree, rendono questo musical anche un bellissimo e impegnativo balletto. Una grande fatica per il cast di 25 attori impegnato per due ore e mezza di spettacolo.Una grande produzione, che non teme confronti con quelle plurimilionarie d’oltre Atlantico.
Ottima anche la regia di Maurizio Colombi, che riesce a dosare tutti gli ingredienti a sua disposizione per ricavarne un ottimo prodotto artistico.
Che dire. Se proprio dovete, portateci i bambini, che ne saranno sicuramente entusiasti, ma prima, se potete, gustatevelo da soli. Un’occasione così, per essere liberi di emozionarsi, di sentirsi ancora un po’ fanciulli, difficilmente ricapita.
Cercate la seconda stella a destra.
Milano, Teatro degli Arcimboldi
21 dicembre 2006
Visto il
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Team
di Bari
(BA)