Musica
PETITE MESSE SOLENNELLE

Dodici cherubini a gloria di Dio

Dodici cherubini a gloria di Dio

«Petite Messe Solennelle a quattro parti, con accompagnamento di due pianoforti ed un armonium. Composta per la mia villeggiatura di Passy. Dodici Cantori di tre sessi, Uomini, Donne e Castrati, saranno sufficienti (…) otto per il Coro, quattro per il Solo, in totale dodici Cherubini. Dio  mi perdoni l'accostamento che segue. Dodici sono anche gli Apostoli (…) chi lo crederebbe! fra i tuoi discepoli ve ne sono alcuni che prendono delle note false! Signore, rassicurati, prometto che non ci saranno Giuda alla mia Cena e che i miei canteranno giusto e con amore le tue lodi e questa mia piccola composizione che è, purtroppo, l'ultimo Peccato mortale della mia vecchiaia. Passy, 1863».

A distanza di centocinquant'anni dalla prima esecuzione avvenuta nel salotto parigino della contessa Louise Pillet-Will il 4 marzo 1864, i quattordici pezzi della Petite Messe Solennelle - altrettanti momenti di fede serena ed accorata - non cessano di commuovere l'ascoltatore. Testamento artistico e spirituale di un Rossini da più di trent'anni alieno dall'attività artistica – ma non dai salotti parigini – costituiscono un tenero ed intimo dialogo con l'Onnipotente e indizio di un'interiore senso di commossa devozione; senso che emerge molto più dalla versione 'da camera' affidata ad un manipolo di fedeli amici e conoscenti, che nella successiva strumentazione per grande orchestra (e coro opportunamente ampliato in proporzione) elaborata un po' controvoglia tre anni dopo, poco prima della morte, solo per evitare che altri vi provvedessero post mortem in maniera a lui non gradita. Una seconda versione, quest'ultima, invero dagli inevitabili tratti di mondana magniloquenza al punto da tradire - e di non poco, a mio parere – quel senso di interiore e colloquiale religiosità che pervade l'animo dell'anziano compositore, al momento di stendere delle musiche per la quale prevedeva un'esecuzione destinata a pochi sòdali del suo entourage. E fu difficile convincerlo a replicarla in un altro paio di occasioni, sempre a carattere privato; quanto alla versione orchestrale, per suo desiderio la versione 'maggiore' della Petite Messe approderà alle sale da concerto solo dopo la sua scomparsa, nel febbraio del 1869.

A chi ci legge, scegliere se preferire l'una o l'altra; per me, non ho dubbi, preferirò sempre la prima. Specie avendo la possibilità di goderla – come è accaduto nella quiete raccolta del Teatro Olimpico, e nell'ambito delle Settimane Musicali 2016 – con un piccolo, e ben scelto gruppo di dodici giovani corsisti del Conservatorio Marcello di Venezia, radunati sotto la direzione accorta e partecipe di Giovanni Battista Rigon. Direzione di squisita sensibilità, che ne ha rispettato in pieno il carattere di tenera, affettuosa semplicità, e l'estrema leggerezza della scrittura.

Tre i soprano (Arianna Cimolin, Valentina Corò, Miao Tang), tre i contralto (Valeria Girardello, Huijiao Li, Ludovica Marcuzzi), tre i tenori (Andrea Biscontin, Diego Rossetto, Nikolay Statsyuk), e tre i bassi (Paolo Ingrasciotta, Francesco Toso, Chenlong Wang). Tutti prima o poi in prima fila, in savia alternanza dei ruoli solistici. Qualcuno già messosi a calcare le scene, come il catanese Ingrasciotta ed il pordenonese Andrea Biscontin, che hanno eseguito con sicura professionalità rispettivamente il Quoniam e il Domine Deus. Altri ancora del tutto digiuni, ma pur sempre interpreti promettenti: come in particolare la giovanissima alto veneta Valeria Girardello, che con una vocalità piacevolmente sombre e d'intensa profondità ha degnamente concluso l'esecuzione della Petite Messe Solennelle con il suo toccante Agnus Dei.
Al pianoforte 'primo' di Alberto Boischio, a quello di Manuel Ghidini, all'armonium di Carlo Emilio Tortarolo, è toccato il compito di sostenerli con grande efficacia. Il concerto, le cui prove a maggio erano state generosamente aperte al pubblico, sarà replicato sabato 11 giugno.

(foto di Luigi de Frenza)

 

Visto il 04-06-2016
al Olimpico di Vicenza (VI)