La scelta di un testo interessante, come quello di Durrenmatt, che va a rivisitare la celebre Danza macabra di Strindberg potrebbe risultare vincente, se venisse però avvicinata ai nostri giorni. Franco Però, regista nonché direttore artistico dello Stabile, sceglie invece una fedeltà totale alle epoche e al testo, con un risultato prevedibilmente ben diverso da quello che avrebbe potuto ottenere osando un po' di più. Una scenografia elegante, ma d'altri tempi, incorniciata dalle corde di un ring è quindi il luogo in cui tutto avviene.
L'impietosa e feroce lotta di una coppia alle soglie delle nozze d'argento pronta a tutto per liberarsi dal vincolo coniugale ma consapevole della sua indissolubilità prende vita grazie a un cast in cui spicca Maria Paiato. Una bella prova d'attore anche per Maurizio Donadoni, che nel ruolo di Kurt, cugino nonchè amante di Alice, riesce ad essere diverso e sempre nuovo ad ogni round. Si, perchè in questa versione la storia viene vista proprio come una serie di round, spesso con tre boxeur al posto dei canonici due. E Franco Castellano, Edgar, sembra sempre sul punto di perdere, ma anche se finisce al tappeto, sorprende tutti rialzandosi, più forte e cattivo di prima.
Ci si potrebbe chiedere chi sia più perfido in questo triangolo, e se sia davvero questo il capolinea di quello che comunemente viene chiamato "amore", ma la bellezza di questo testo, soprattutto nella prima parte, risulta appesantita dai suoi anni, e da una messinscena troppo distante, che solo verso gli ultimi round, quando tutto diventa più veloce, sembra prendere ritmo.
Peccato avere un ring e utilizzarlo solo per entrare ed uscire, senza mai arrivare anche fisicamente "alle corde", o costringere gli attori a scandire i vari round senza utilizzare qualche strumento tecnologico, che avrebbe avuto maggiore presa ma che non esisteva, certo ai tempi in cui il testo fu scritto. Bello invece sentire cantare Alice, con quella nostalgia sentita, forte, che solo chi ha amato davvero riesce a trasmettere, nonostante in questo caso, invece, la base fosse registrata. I costumi, di Andrea Viotti, sono in perfetta armonia con lo spettacolo.
Eleganti, finemente realizzati ma fuori dal nostro tempo. Quando si trattano tematiche come la vita di coppia e i sogni non realizzati è facile fare presa sul pubblico e, in un modo molto raffinato, questo è avvenuto anche ieri sera.