POLVERE ALLA POLVERE

Semplicemente tre ombre in eq…

Semplicemente tre ombre in eq…
Semplicemente tre ombre in equilibrio su un palco liscio e sgombro. Senza null’altro di tangibile a livello macroscopico. Non c’è vuoto né ci sono silenzi, l’orror vaqui è abilmente ingannato dalla presenza scenica di tre giovani attori, essenziali ed energici a tal punto da essere paradossalmente non minimalisti. Eppure non c’è neppure un dialogo, nessun contatto diretto, un perfetto canone nel quale, uno dopo l’altro, i tre vibrano le corde della loro anima generando impalpabili ricordi ed intrecci di vite. Trascrivendo parola per parola il testo rappresentato si potrebbe piacevolmente leggere un racconto in prosa teatrale, senza dover affrontare la segmentazione spaziale e cacofonica dei testi classici. Appare ancor più straordinario quindi il lavoro attraverso il quale lo spettacolo si anima in un costante inseguimento di messaggi comunicativi talmente icastici da non aver bisogno di un mezzo, ma solo di emissari e riceventi. L’ironia vuole che sia un funerale ad esser l’origine della vita di questa storia e dei personaggi stessi: essi confessano pensieri nascosti ed offrono allo spettatore quegli stessi dialoghi intimi che ciascuno di noi intrattiene con la propria mente quando può permettersi il lusso di non porre censure ed orpelli di circostanza. C’è onestà, schiettezza, incensurabile spontaneità, umile dono di risate coinvolgenti. Fondamentale l’utilizzo dell’aspetto cromatico delle luci e delle musiche, apporto magistrale che supera il ruolo di contorno diventando parte integrante della regia. Genova, Teatro Duse, 26 Marzo 2008
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