Benvenuti nell’era della precarietà dove tutto è instabile: lavoro, sentimenti, famiglie, case…
Al Teatro della Cometa si mette in scena (sino al 10 aprile) una pièce riflessiva, sull’età contemporanea, sulle “Precarie età” che affliggono la società.
Sul palco due donne, due grandi interpreti del teatro italiano: Patrizia Milani e Maria Paiato dirette da Cristina Pezzoli. Una commedia tinta di rosa che propone il ritratto di due donne apparentemente tanto diverse ma in realtà così uguali. Milani veste i panni di una donna in carriera, una tagliatrice di teste in tailleur, Paiato rappresenta una donna più semplice, dimessa, ancorata con forza al proprio posto di lavoro. Ma niente è come sembra, dietro delle certezze si nascondono profonde debolezze.
Il testo è molto legato ai fatti contemporanei. Si accenna, ad esempio, al fenomeno dei marchi “made in Italy” acquisiti da multinazionali straniere. E si cita il caso della società francese Lactalis; argomento più che mai di attualità in questi giorni che Lactalis sta acquisendo anche la Parmalat (dopo avere nel proprio carnet altri prestigiosi marchi dell’agroalimentare italiano come Galbani, Invernizzi, Locatelli, Vallelata, Cademartori).
L’abilità delle due attrici risiede soprattutto nella loro straordinaria capacità a scambiarsi le parti apparendo così nel secondo atto rispettivamente l’antitesi delle donne proposte nella prima parte dello spettacolo. Uno scambio di ruoli così ben riuscito che sembra di assistere ad una nuova diversa pièce. E così la donna in carriera si mostra invecchiata, goffa, chiusa tra le quattro pareti della sua casa impolverata e la donna prima dimessa appare ora ben curata, ringiovanita, più fresca e vitale.
Come le due donne anche l’ambientazione scenografica cambia totalmente tra primo e secondo atto. Si passa da un magazzino (con le scatole che corredano la scena e in modo curioso arredano anche il foyer del teatro) ad un monolocale trasformato per trascuratezza in una cantina dove si raccolgono e riuniscono oggetti recuperati dalla spazzatura, buttati, rifiutati da altre persone.
Sul palco anche altri due attori extracomunitari (Kevin Odion e Uche Thomas) che interpretano nel primo atto due inservienti delle pulizie e nel secondo due scaricatori. Simboli anche loro della precarietà; in un dialogo realistico tra i due scopriamo che il loro lavoro prima di diventare attori era quello di sistemare i carrelli della spesa fuori dai supermercati.
Oggi – fa comprendere la commedia - la precarietà colpisce indistintamente ma non è tutto così negativo. C’è sempre la possibilità di cambiare vita, di migliorarsi, di dare una svolta alla propria esistenza. Come a dire le precarie età prima o poi passano.