I primi critici sono il pubblico, che in questo caso ballano, cantano, battono le mani, alzandosi in piedi per i saluti finali, sentendosi loro stessi i protagonisti del Musical.
Priscilla è una vera regina, ma non solo del deserto anche del Cinema e del Teatro e lo ha ampiamente dimostrato.
Per il terzo anno consecutivo continua la tournee del musical “Priscilla, la regina del deserto”, anche se con qualche semplificazione tecnico-scenografica (il bus cede la sua forma classica in favore di una stilizzata perdendo la sua fiancata interamente a led, spariscono i fondali luminosi e le entrate degli attori dall’alto) l’energia e l’entusiasmo rimangono inalterati.
Squadra vincente non si cambia, ed infatti la regia è la stessa in tutto il mondo firmata da Simon Philips, affiancato per l’Italia da un valido regista residente Toto Vivinetto, che coordina sapientemente un cast ben costruito che si alterna tra giovani promesse e attori affermati.
I costumi sono i veri protagonisti di questo show, ben 495 abiti, 60 parrucche, 150 paia di scarpe fatte su misura; numeri da far impazzire le più sfrenate shopping girl. Curatissimi, colorati, eccentrici, a volte rischiano di rubare la scena agli attori stessi, ma il regista da buon direttore d’orchestra li gestisce armoniosamente durante le 25 hit che compongono lo spettacolo. La produzione è caratterizzata da un ritmo serrato, dialoghi brillanti e battute graffianti, la fedeltà al film è la prima cosa che colpisce e la trasposizione riesce reinventarne la grinta e l’ecletticità che oltre vent’anni fa caratterizzavano l’omonimo cult cinematografico.
I primi critici sono il pubblico, che in questo caso ballano, cantano, battono le mani, alzandosi in piedi per i saluti finali, sentendosi loro stessi i protagonisti del Musical.
Un solo avvertimento: non sarà facile uscire dalla sala senza canticchiare le canzoni appena ascoltate!