Uno spettacolo commuovente e toccante. Un’opera, quella di Sergio Fantoni, che coinvolge lo spettatore e lo fa riflettere. Che aiuta a non dimenticare, ma che soprattutto pone, prima di tutto i credenti, davanti a uno dei più grandi quesiti: Dio dov’era durante l’Olocausto? E dov’è ogni volta che c’è un delitto, odio, morte e distruzione? La questione non è banale e Massini riesce ad affrontarla con un testo molto profondo e dalle numerose sfumature.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale Elga Firsch (Ottavia Piccolo), attrice ebrea deportata al campo di Maidanek organizza, insieme al rabbino Nachman e ad altri testimoni, un processo a Dio, personificato nella figura di un militare nazista loro prigioniero.
I capi d’accusa sono cinque e Elga, mediante documentazioni recuperate nel campo ormai deserto, cerca di dimostrare che Dio, punto di riferimento per gli ebrei, non solo ha abbandonato il suo popolo, ma si è reso responsabile delle atrocità da esso subite. Per contro, il rabbino cerca in ogni modo di difendere quello in cui ha sempre prestato fede senza poter credere che in tutta quella sofferenza possa esserci la volontà di Dio, ma sostenendo che tutto sia riconducibile ad un uomo che vuole ergersi a Dio.
Il processo si svolge così affrontando passo dopo passo tutte le barbarie avvenute durante la guerra in quei campi di sterminio, dove gli uomini sono diventati numeri e merce di scambio.
Lo spettacolo emoziona davvero, dal cuore. Gli attori interpretano il testo in modo eccellente e così reale e sentito che riescono a colpire lo spettatore. Molto brava Ottavia Piccolo, molto bravi anche gli altri interpreti. Ottima la regia di Sergio Fantoni, precisissima, così come precisi sono scene e costumi.
Spettacolo di grande spessore che sicuramente vale la pena vedere.
Teatro Carcano
Milano, 14/04/2007
Visto il
al
Ariosto
di Reggio Emilia
(RE)