Una volta eravamo la terra dei cachi… oggi siamo diventati la terra del musical. Si allestiscono musical su qualunque soggetto, romanzo, film abbia avuto successo in passato. Talvolta l’operazione riesce, talaltra no.
L’idea di ripresentare a teatro sotto forma di musical il celeberrimo film di Dario Argento “Profondo Rosso”, capostipite dell’horror all’italiana, pellicola capace di incutere terrore puro attraverso la sola colonna sonora, aveva fatto rabbrividire più di un cultore del genere, ma, si sa, finché non si assiste al risultato è difficile giudicare.
Ieri sera gli spettatori del Teatro Creberg di Bergamo hanno potuto rendersi conto con i propri occhi – e con le proprie orecchie – che certi esperimenti non dovrebbero neppure essere tentati. Ieri sera, sul palco del teatro bergamasco, di “Profondo Rosso – il film” era rimasto solo qualche brandello della trama.
Gli autori replicheranno che il loro obiettivo era una rilettura in chiave granguignolesca e musicale dell’Argento nazionale; che volerci per forza ritrovare il film è impossibile nonché ridicolo. Chi ha potuto assistere alla rappresentazione, però, non ha goduto di questa rilettura, piuttosto ha subito per due ore e mezza un ‘pot-puorri’ di teatro di prosa statico e caricaturale, canzoncine alla Walt Disney e balletti senza alcuno scopo né attinenza con la trama (il tip tap con cilindro e bastoncino finale, durante le prove della dark band del protagonista, era veramente fuori luogo); il tutto collegato, per quanto possibile, da tre figure incappucciate – le tre Parche? Un coro alla greca? Non ci è dato sapere – che annunciavano al pubblico, cantando canzonette in rima baciata, ciò che sarebbe successo di lì a poco sul palcoscenico.
Se aggiungiamo a questa ‘ratatouille’ in salsa horror-comica un audio da concerto rock e una scenografia da dramma esistenzialista polacco, è evidente che lo sforzo di pochi bravi attori come Michel Altieri, Silvia Specchio e Maria Maddalena Trani – veramente encomiabili nel loro sforzo di immedesimazione nonostante tutto – annega nel caotico guazzabuglio dell’insieme.
I deboli applausi che hanno accompagnato le scene e hanno salutato gli attori in proscenio sono da attribuirsi alla consuetudine cui è giunto il teatro contemporaneo, secondo la quale se si va a teatro non si può non applaudire. Gli spettatori in platea si sono scambiati occhiate allucinate per tutta la durata dello spettacolo, col timore di sembrare incompetenti o ignoranti perché incapaci di apprezzare la messinscena che si stava svolgendo sotto i loro occhi. Qualcuno, a dispetto di ogni convenzione, ha preferito abbandonare la sala durante l’intervallo, risparmiandosi un secondo tempo, se possibile, ancora più confuso del primo.
Assolutamente sconsigliato agli amanti dell’horror, ai veneratori di Dario Argento e di “Profondo Rosso – il film”, ma soprattutto agli appassionati di musical.
Bergamo, Teatro Creberg
19 ottobre 2007
Visto il
al
Smeraldo
di Milano
(MI)