Prosa
PROVA

Prova. Quando la parola va in scena

Prova. Quando la parola va in scena

Quattro protagonisti, quattro monologhi, un unico atto, un'unica scenografia.
Laura, Anna, Luca e Giovanni sono i personaggi di uno spettacolo nello spettacolo che mette in scena il potere della parola. La trama essenziale racconta di due attrici, uno scrittore e un regista alle prese con le prove per uno spettacolo teatrale sulla vita di Stalin. Le due sceneggiature si intersecano come un’unica pièce che Pascal Rambert – regista e autore francese – rende simile a un flusso di coscienza.

Nei monologhi dei personaggi emergono confessioni personali, riflessioni filosofiche, considerazioni sulla società e le attuali generazioni, fino ad argomenti e parti che interessano la messa in scena di uno spettacolo che non sarà mai rappresentato.
Per tutto lo spettacolo è la capacità attoriale a dare spessore ed enfasi al flusso di coscienza, in cui la parola diventa atto. Ricorrono temi e parole chiave sul linguaggio, le strutture e fondamentalmente l’incomunicabilità che attanaglia l’individuo. Interrogativi esistenziali sull’isolamento, l’amore, la dimensione dei sogni e degli ideali falliti, a cui le nuove generazioni sono chiamati a rispondere per risollevare la realtà dal torpore. Un fiume inarrestabile di parole che alla fine provoca lo sfinimento di ogni personaggio, il quale crolla a terra, riverso come un “cane”, in attesa che il personaggio successivo prenda la parola e metta in scena il suo monologo.
Lo spazio del suono è “la verità nascosta delle cose nel linguaggio” – come recita Laura – i cui limiti possono essere circoscritti alla dimensione del “tavolo” attorno al quale tutti dovrebbero sedersi. Un tavolo nominato e descritto più volte che lo spettatore non vede nella realtà, un tavolo che riunisce personaggi e attori, coinvolti in un gioco di sguardi a cui solo la forza astratta della parola riesce a dare forma.
"Il linguaggio riesce o fallisce?” è una delle domande ricorrenti, è l’interrogativo con cui lo spettatore torna a casa, è il quesito messo in scena a cui Rambert “prova” ancora una volta a rispondere trasformando la parola in atto, in atto scenico, attraverso il flusso ininterrotto dei suoi monologhi.

 

Visto il 11-02-2016