Prosa
PULCINELLA E L'EREDE UNIVERSALE

Pulcinella e gli eredi del Theatre De Poche

Pulcinella e gli eredi del Theatre De Poche
Una scuola di teatro seria è soprattutto una scuola che sappia dare ai propri allievi gli strumenti per inventarsi sul palco, conoscere la letteratura teatrale, elaborarla, ed interpretarla. Queste che sembrano considerazioni ovvie, purtroppo molto spesso non trovano riscontro nelle innumerevoli “accademie”, o pseudo tali, che popolano le nostre città, che in alcuni casi, purtroppo, sono solo uno strumento per fare soldi, anche grazie alle elargizioni pubbliche, o, ancora peggio, un delirante mezzo di appagamento per sedicenti artisti. Per fortuna ciò non avviene sempre, ed è un piacere poter riscontrare come i veri artisti, paghi già del proprio bagaglio di conoscenza e del proprio talento, riescano a trasmettere ai propri allievi il senso vero del Teatro, a costruire una coesione di gruppo impensabile nei casi appena citati. Tra queste “isole felici” si può, senza ombra di dubbio, annoverare a Napoli anche l’ “Elaboratorio Teatrale” del Teatro DePoche, condotto da Peppe Miale, Massimo De Matteo e Sergio Di Paola. Nato da un’idea del fondatore del DePoche, l’attore e regista Lucio Allocca, l’elaboratorio forma giovani attori spesso approdati, in seguito, in Accademie Nazionali e, soprattutto, in produzioni di prestigio. È perciò un piacere poter assistere a “Pulcinella e l’Erede Universale” copione che De Matteo e Di Paola hanno tratto da un antico testo di Carlo Sigismondo Capece il cui titolo originale è “Il Testamento di Pulcinella” . Soffermarci sulla modernità del testo, i cui rimandi alla commedia di Moliere “L’Avaro” sono fin troppo evidenti, è sicuramente importante: i due autori dell’adattamento hanno affilato le armi, utilizzando spesso il non-sense, per incidere chirurgicamente nel tessuto della società contemporanea i cui valori sono sempre più in bilico verso un baratro di opportunismo ed egoismo. La morte del vecchio protagonista, agognata dai nipoti, veri o presunti, in previsione di un’eredità che scatena le fantasie anche della servitù, del medico e di tutto il microcosmo che la circonda, non è più un paradosso, ma una crudele realtà. Allora la mano registica dello stesso De Matteo impasta lo spettacolo con surreale comicità, per allontanare o avvicinare, a seconda dei momenti, il drammatico, ancor più che grottesco, assunto del testo. Inutile dire che il risultato è più che soddisfacente, ben amalgamando, il maestro-regista, il materiale attoriale composto dai suoi giovani ex allievi, tutti perfettamente in parte, tutti in gran sintonia con una visione teatrale buffonesca ed irriverente, che diverte ma che soprattutto stimola riflessioni intense. Vanno quindi nominati tutti i giovani interpreti: Peppe Accardo, Carmen Annibale, Andrea Cioffi, Noemi Coppola, Silvio De Luca, Viola Forestiero, Jenny Marano, Francesco Pirozzi, Diego Sommaripa a cui si aggiunge il musicista Pasquale Termini che sottolinea tutto lo spettacolo con calzanti accompagnamenti musicali eseguiti dal vivo con il violoncello. A questi giovani va il nostro plauso che, naturalmente, è indirizzato anche, e soprattutto, ai loro docenti, che dimostrano come il Teatro sia ancora vivo e carico di interesse per le nuove generazioni, e non un obsoleto carrozzone di desolante onanismo.
Visto il 08-10-2009
al Theatre de Poche di Napoli (NA)