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QUALCHE COSA DI FORTE

La rassegna Theatre in Action ravvivata da una brillante pochade di Francesco Zanetti

La rassegna Theatre in Action ravvivata da una brillante pochade di Francesco Zanetti

«Il livello intellettuale di questo spettacolo è nullo, quindi possono rimanere anche i più stupidi», avverte l'imperturbabile maggiordomo Paolino, alias Francesco Zanetti autore di questa spiritosa piéce teatrale. Qualcosa di forte è di fatto una commedia dai toni brillanti, che occhieggia un po' agli intrecci noir di Agatha Christie, ma sopratutto alle stralunate pochades di Feydeau e Bernard, piene di situazioni equivoche e paradossali. La trama è esile – uno strano delitto maturato in una ricca famiglia, con un contorno di figure bizzarre - ma quello che contano sono le battute, il colore dei personaggi, e sopra tutto il ritmo: vorticoso ed inarrestabile, imposto anche con velocissime calate di sipario. Ritmo che si ferma solo a tratti, allorché a turno i personaggi salgono su un luccicante WC fuori scena - pomposo tronetto ricoperto di lustrini – isolati dal resto della troupe. E' per ognuno l'occasione di gettare la maschera, di lasciarsi andare a confessioni più intime e inaspettate, mentre il tempo resta come sospeso.

Un testo piacevole, ma da mettere meglio a punto
Ed in effetti solo il Mago Arboncelli – strampalato ciarlatano interpretato da Giuseppe Renzo – sostiene di poter fermare, almeno per un po', il tempo dei suoi clienti; semplicemente, distruggendo i loro orologi. Tocca in realtà al protagonista Pippo Urgada – il bravo Luca Cesarale – assumersi il compito di muovere in qualche modo una storia che procede a zig-zag, fra inaspettate svolte. Il fatto è che questo testo di Francesco Zanetti – presentato a Mogliano in prima assoluta dalla Compagnia B.A.M. di Roma - ha molte buone potenzialità: per la ricchezza di idee, di trovate, di felici battute; mostra un impianto accattivante e divertente, senza dubbio, ma con due-tre cosette da sistemare. Una miglior calibratura nell'equilibrio generale, e una messa a fuoco nell'andamento che risulta a volte spigoloso; e poi, maggior spessore in certi personaggi. Vuoi perché troppo vicini alla macchietta – vedi la stramba zia americana di Deborah Mattiello, o l'ispettore Goebbels platealmente “tetesco” di Marco Zicari - vuoi perché un po' irrisolti nel carattere, come il candido/nevrotico Firmato - reso qui da Marco Castrucci - che alla fine si svela un torvo, e duplice assassino.

Siamo in crisi, dateci da bere!
Qualcosa di forte
- titolo che richiama la continua, generale invocazione a bersi un goccetto d'alcool, divenendo un vero e proprio tormentone – è di fatto nato in seno alla rassegna moglianese, facendosi forte di una regia - quella della giovane Giulia Pellicciari, impegnata anche nella pittoresca figura della cameriera Otla – che sa procedere incontenibile, spedita e con buona vis comica. La compagnia – completata da Simone Lilliu e Miranda Zanella – si mostra tutta affiatata e convinta. Pubblico assai numeroso, che ha mostrato di divertirsi molto, e moltissimo ha applaudito gli interpreti.

 

Visto il 14-07-2017
al Filanda Motta - Sala Grande di Mogliano Veneto (TV)