Prosa
QUARTETT/LE RELAZIONI PERICOLOSE

L'eterno binomio di eros e thanatos

L'eterno binomio di eros e thanatos

Merteuil e Valmont sono un uomo e una donna fortemente aristocratici, distaccati e cerebrali; i due si amano, ma non vogliono ammetterlo e intessono fra loro una lotta di forte crudezza e dal sapore vagamente perverso, in cui Merteuil finge, in nome della libertà, di non provare piacere fisico nel contatto col proprio uomo. Un gioco puramente intellettuale dunque, all’interno della coppia, in cui i due si specchiano l’uno nell’altra e finiscono per scambiarsi i ruoli, giocando una partita a quattro in cui fanno la loro comparsa anche la Tourvel  una donna sposata, ligia ai dettami della religione e fedele al marito, e Volanges, la nipote vergine di Merteuil. In questo continuo scambio fra realtà e finzione, ecco che Valmont si cala nei panni della Tourvel, insidiata da Merteuil, che interpreta ovviamente, a sua volta, il ruolo di Valmont il seduttore. In questo gioco delle parti, che non diviene altro che una complessa declinazione e mescolanza di sesso e finzione, il ruolo del sacro ha un posto rilevante, a partire dai tentativi esercitati da Valmont per insidiare la purezza quasi monacale della Tourvel, fino a giungere al sacrificio finale della vergine nipote, in cui si palesano rimandi eucaristici dal retrogusto blasfemo. Il rosso del sangue macchia il candore delle lenzuola e la morte fa la sua comparsa in scena, una presenza che sul finale diviene sempre più evidente, nel momento in cui Merteuil, togliendosi la parrucca, svela in un monologo speculare a quello iniziale in una sorta di ring composition, il suo vero problema, quello di essere afflitta dal cancro. Un testo complesso dunque quello di Müller, che rivela certamente Brecht come modello principale, ma che manifesta in modo evidente echi biblici e shakespeariani oltre ad operare continui rimandi a Genet e Beckett, trascurando nei fatti il legame con il testo originale di Laclos che risulta piuttosto blando. Di primaria importanza, invece, diventano i momenti di meta-teatro uniti agli elementi musicali di sottofondo, che spaziano da Beethoven o Wagner alle canzoni anni ’30.

Le scene di Nicolas Bovery, in apparente contrasto con i costumi e le bianche parrucche di ispirazione settecentesca pensati da Gianluca Falaschi, ambientano l’azione in una moderna e asettica stanza d’ospedale, al di fuori della quale, come si può intuire dai rumori, è in atto una guerra. Merteuil all’apertura di sipario si trova in un letto ospedaliero con la flebo al braccio, elementi che nel corso dello spettacolo diverranno fondamentali per l’azione e che rappresentano un chiaro riferimento ad una morte fisica ed interiore incombente.

Bravissima Laura Marinoni che con grande intensità ha saputo interpretare la sferzante asprezza caratteriale di Merteuil, al suo fianco l’abilissimo, in particolare nell’interpretazione del ruolo femminile, Valter Malasti che ha curato anche la regia dello spettacolo.

Visto il 27-03-2014
al Ponchielli di Cremona (CR)