Musica
QUARTETTO PROMETEO

Quattro per il Novecento

Quattro per il Novecento

Una delle cause della ritrosia verso la musica classica da parte del pubblico meno abituato è quell’aura di sacralità che riveste spesso questo tipo di eventi culturali, dove sembra che solo pochi eletti competenti siano in grado di decifrare il messaggio. Gli altri sfortunati “orecchianti” si sentono esclusi  e tendono a disertare le occasioni di musiche meno consuete lasciando spazio ai pochi compiaciuti “intenditori”. Nonostante il tempo trascorso, c’è ancora molta diffidenza verso la musica del Novecento, anche perché, insieme a capolavori riconosciuti, circola tanta musica impermeabile, tanti sconcertanti esperimenti che non hanno certo giovato all’avvicinamento di un nuovo pubblico. Una breve guida all’ascolto può aiutare a vincere lo spaesamento prodotto dal superamento delle forme tradizionali, da sonorità inconsuete, da intervalli ostici, dallo smarrimento del riferimento tonale.

Bisogna pertanto essere grati al Quartetto Prometeus che ha sentito la necessità di una breve presentazione delle musiche di Karol Szymanowski  (1882 – 1937) e Gyorgy Kurtag (1926) che, insieme al Quartetto n. 2 in la minore op.51 di Johannes Brahms,  hanno costituito il programma del bel concerto tenuto nell’Aula Magna della Sapienza per la stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti. Di Szymanowski è stato eseguito il Quartetto d’archi n.2 op.56, un brano tripartito dove viene rivoluzionata la tradizionale organizzazione dei tempi: il secondo tempo è un Rondò con allusioni ai contenuti delle musiche popolari del sud della Polonia e della Slovacchia, intrise di sorprendenti dissonanze, il primo e il terzo tempo sono invece due movimenti “Moderato” e “Lento” dove si esplorano le possibilità estreme degli archi. Nell’ultimo tempo, una quasi tradizionale fuga a due voci, l’autore sembra pagare un tributo alle sonorità espressioniste della Scuola di Vienna. Gyorgy Kurtag è uno dei più importanti compositori viventi, ancora attivissimo. I Sei momenti musicali op.44 sono stati composti tra il 1999 ed il 2005 e con la loro struttura simmetrica costituiscono un omaggio agli omonimi Moments musicaux D780 di Franz Schubert. Gran parte della poetica di Kurtag, dominata dai temi dell’attesa e dell’addio, è un omaggio più o meno esplicito all’opera dei grandi musicisti e le citazioni e i riferimenti sono presenti anche nelle musiche del concerto odierno.

La seconda parte della serata è stata dedicata al Quartetto n.2 in la minore op. 51 di Johannes Brahms, un’opera in cui l’impianto formale è un esplicito riferimento al classicismo viennese, che sembra non risentire della lezione rivoluzionaria degli ultimi quartetti di Beethoven. Non si tratta però di un’opera tradizionalista, la fluidità con cui i temi si sviluppano, soprattutto nel brillante Trio del Quasi minuetto, contiene gli elementi narrativi e le inquietudini dell’animo tormentato dell’autore che anche qui ripropone il motto: la – fa – la – mi, ovvero quel Frei aber einsam “libero ma solo” che ha dominato tutta la sua vita. Il Quartetto Prometeo si conferma come una delle migliori formazioni da Camera, il suono è sempre misurato e autorevole, la precisione e l’equilibrio tra le parti sono una caratteristica costante ed il piacere di suonare insieme contagia il pubblico che, anche questa volta, ha tributato calorosi applausi ed è stato ripagato con un bis raro: la trascrizione per quartetto d’archi di una Ciaccona di Tarquinio Merula.

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