Il testo di Claudio Carafòli è tutto sommato allegro e vario; a tratti fa ricorso ad allusioni maliziose molto comuni ma comunque efficaci nel contesto e punta molto sui giochi di parole.
Le prime battute sono “declamate” con tono piuttosto innaturale – non risulta ben chiaro se questo effetto sia voluto o meno – e quello che dovrebbe essere un dialogo spontaneo tra giovani studenti di recitazione, appassionati di cinema, risulta artificioso.
Anche l’entrata in scena del buffo personaggio dell’improbabile insegnante di recitazione, la signorina Viola, lascia sulle prime un po’ perplessi… non determina un “boom” in senso comico, pur “alzando” immediatamente il livello recitativo della compagnia.
Ma dopo i primi minuti, il lavoro prende forma e consistenza. Sono davvero poche le parti in cui si manifesta il rapporto umano tra i protagonisti e complessivamente gli attori si mostrano man mano sempre più divertenti e poliedrici nello svolgere i loro curiosi esercizi di recitazione.
Gran voce quella di Tiziano – “quello con la bella espressione corporea” – e grande elasticità e mimica in generale, nei quattro ragazzi.
Curiosa la scelta di mantenere i nomi degli interpreti ad uso dei personaggi stessi.
Roma, Teatro Lo Spazio, 6 Gennaio 2009
Visto il
al
Lo Spazio - Sala Grande
di Roma
(RM)